SICILIA: 4 GIORNI TRA MESSINA, PALERMO E CATANIA
Se qualcuno avesse in programma un viaggio in Italia e vi chiedesse cosa dovrebbe assolutamente visitare, cosa rispondereste? E' una di quelle domande a cui è difficilissimo rispondere; ma dopo aver visitato per la terza volta quest’isola, ho qualche dubbio in meno e la mia risposta sarebbe lei, la Sicilia.
Credo che quest’isola racchiuda al meglio tutto quanto di più italiano ci sia nei nostri confini: nel bene – con la sua storia millenaria, la sua incredibile cucina, le viste mozzafiato, i borghi storici, l’accoglienza e la simpatia – e nel male – con la corruzione, le infrastrutture e i servizi lasciati a sé, le opere d’arte poco valorizzate e a volte fatiscenti.
Una regione controversa la Sicilia, resa tristemente nota dalla Mafia e dall’infinita odissea del ponte; eppure dietro a tutte le polemiche, si nasconde un vero tesoro, che forse non solo la Sicilia ma l’Italia tutta dovrebbe imparare a conservare e a considerare con più rispetto.
Sono stata in Sicilia diverse volte nella mia vita: a Scicli, da piccolina, girando per il bellissimo sud-est (Ragusa, Siracusa, Modica); a Marsala, poco più che adolescente, visitando Agrigento e la sua maestosa Valle dei Templi, la Scala dei Turchi, Erice, la Riserva dello Zingaro; e infine a Milazzo quest’anno, per il ponte del 25 aprile, dove ho potuto visitare anche il nord-est: Palermo, Taormina e Catania.
Nonostante non sia siciliana d’origine, per me questa terra ha sempre significato soprattutto una cosa: famiglia. Forse perché in effetti ci sono sempre stata in famiglia, prima con la mia e poi con quella di mio marito; o perché qui abbiamo degli amorevoli parenti ad attenderci; o chissà, forse è semplicemente l’accoglienza e il calore di quest’isola a farti sentire a casa, sempre.
In questo post vi parlerò del mio viaggio più recente in Sicilia, quello dello scorso aprile: vi porterò con me a Milazzo, paese a nord-est di Messina, dove vivono i nostri parenti che ci hanno amorevolmente ospitato e guidato tra le meraviglie di Palermo, Catania e Taormina.
Spesso lo si dà per scontato, ma poter visitare i posti accompagnati
da chi ci vive è una fortuna immensa. Ce n’eravamo resi conto già
in Perù, ma anche qui in Sicilia è stata una
marcia in più. Puoi davvero goderti quello che ti circonda, con la
sicurezza di capitare nei luoghi giusti, soprattutto per quanto
riguarda cucina e bevande.
A questo proposito…Visitare la Sicilia significa non solo fare un
viaggio nel tempo e nella storia, ma soprattutto nella cucina:
preparatevi a tornare a casa con diversi chili in più. Ed è giusto
così! Fa parte dell’esperienza, se così non fosse vorrebbe dire
che non l’avete vissuta nel modo giusto. 😏
In Sicilia ci sono tre diversi aeroporti: Palermo, Trapani e Catania.
Noi siamo partiti da Bologna (worst airport ever!) e siamo atterrati
a Catania, a circa due ore di auto da Milazzo. Ci
sono diversi voli disponibili più o meno a qualsiasi orario, in base
alla compagnia che sceglierete. Noi abbiamo scelto WizzAir per
l’andata (volo delle 22.30 di mercoledì) e RyanAir al ritorno
(volo delle 11.30 di domenica). Purtroppo (o per fortuna) la Sicilia
è diventata una meta molto gettonata e questo ha inciso sui costi
dei voli, che ultimamente sono parecchio alti.
A meno che non abbiate voglia di una vacanza di solo mare e relax, spiaggiandovi in un’unica località della Sicilia, muoversi in quest’isola significa doversi munire di auto. I servizi pubblici infatti sono abbastanza limitati, se non inesistenti in alcuni paesini un po’ più arroccati. Con l’auto invece avrete la libertà di muovervi e di visitare diverse località. Ricordatevi che la Sicilia è la seconda regione più grande d’Italia, quindi muovervi da un capo all’altro può portare via diverse ore. Consiglio quindi di concentrarvi in zone, in base a quello che preferite vedere maggiormente.
***
GIORNO 1: PALERMO
La mattina del nostro primo giorno in Sicilia ci siamo svegliati con la tipica, anzi direi leggendaria colazione sicula: la brioche col tuppo e la granita caffè e panna. Ragazzi, la fama di questa specialità Messinese è del tutto meritata: non credo che avrò mai più il coraggio di prendere una granita che non sia siciliana. La cremosità e il sapore sono qualcosa di incredibile. Per non parlare della sofficissima brioche, che avrebbe potuto essere tranquillamente il pasto di un’intera giornata... Ma come immaginerete, non è stato così. 😁
In tarda mattinata siamo partiti alla volta di Palermo, distante circa un paio d’ore da Milazzo. Una volta qui abbiamo lasciato l’auto al parcheggio Orlando (a pagamento, ma molto vicino al centro) e poi ci siamo diretti verso la prima tappa: il Mercato del Capo. Questa via di Palermo è la regina dello street food siciliano: qui vi perderete in mezzo a tutto il cibo, i profumi, le voci e la confusione tipica. Potrete assaggiare qualsiasi cosa: arancin* (non vorrei offendere nessuno quindi uso l'asterisco😜), involtini di carne e di melanzane, crocchette, iris ripieni, veramente DI TUTTO.
Nonostante fosse quasi ora di pranzo abbiamo deciso di resistere a tutto quel ben di dio e ci siamo diretti verso la zona dei Quattro Canti (o Piazza Villena), la piazza ottagonale all’incrocio delle due vie principali della città, via Maqueda e il Cassaro. Prima, una breve tappa davanti al Teatro Massimo, il più grande edificio teatrale lirico d’Italia.
Per pranzo ci siamo fermati all’osteria Villena, a pochi metri dal cuore dell’omonima piazza. E anche qui abbiamo davvero trovato pane, anzi direi panelle, per i nostri denti: un mix di antipasti pazzeschi, panelle, arancin*, caponata, carciofini fritti con salsa Aioli, e poi i primi, gnocchi alla crema di melanzane e noci e spaghetti cacio, pepe e zucchine.
Finito lo spettacolare pranzo, abbiamo proseguito la nostra passeggiata per Palermo proseguendo per le vie dei Quattro Canti; in occasione del 25 aprile è stata allestita anche la “Via dei Librai”, una bellissima iniziativa con tanti banchetti e ovviamente tantissimi libri ed illustrazioni a cui io ovviamente non ho saputo resistere. Da eterna romantica, mi piace sempre acquistare un oggetto in una delle città che visito: guardandolo, mi torna in mente il luogo e il momento in cui l’ho preso, e così posso tornarci quando voglio, almeno col cuore.
Altra tappa del pomeriggio: la splendida cattedrale di Palermo, che un po’ mi ha ricordato gli edifici andalusi, con quel mix di diverse correnti culturali e artistiche.
Camminare per Palermo significa anche perdersi per le sue viuzze e assistere a qualche scena di ordinaria follia quotidiana: falò per strada, vecchietti che si tagliano le unghie ai bordi della strada appena fuori casa, panni stesi qua e là… La vita vera insomma. 😊
Prima di tornare al parcheggio ci siamo concessi un’ultima fermata culinaria all’Antico Caffé Spinnato, dove ho potuto finalmente provare il mio vero e unico credo: il cannolo alla ricotta. In assoluto uno dei miei dolci preferiti, mangerei quella crema alla ricotta ogni giorno, a badilate.
Se avete più di un giorno per visitare Palermo, ci sono molti altri posti visitabili in città e dintorni:
- Il celebre Palazzo dei Normanni, connubio perfetto tra gli stili più rappresentativi della Sicilia, l’arabo, il latino e il bizantino;
- Il mercato di Ballarò, il più grande ed antico della città;
- Le catacombe dei Cappuccini;
- E ovviamente, le splendide spiagge palermitane: prima di tutto Mondello, ma poi anche Cefalù, borgo poco distante dalla città e vera perla di questo lato di costa.
Verso le 19 siamo rientrati in zona Milazzo e qui abbiamo cenato al Malvasia, un locale carinissimo dove abbiamo provato, oltre varie prelibatezze come fiori di zucca con acciughe e crocchette, il tipico pane cunzato: una base di sottile pane fritto su cui viene versata una montagna (letteralmente) di ricotta salata e altri condimenti vari (pomodorini, melanzane fritte...ce n’è per tutti i gusti!).
Con quest’ultima cena in pancia, abbiamo quindi chiuso la prima delle tre giornate trascorse su quest’isola bedda.
GIORNO 2: MILAZZO
Il secondo giorno siamo rimasti nelle vicinanze e abbiamo girato un po’ per la “piccola” Milazzo. Milazzo ha una forma caratteristica: è una sorta di “cornetto”, una lingua peninsulare che si dirama dalla costa nord della Sicilia per addentrarsi nel Mar Mediterraneo, avvicinandosi così alle isole Eolie, che infatti da qui son ben visibili.
Dopo l’eccezionale colazione a base di brioche e granita alla fragola (again 😋), abbiamo raggiunto la prima tappa della giornata, il Castello di Milazzo. Di domenica o su prenotazione è possibile richiedere una visita guidata di questo sito, ma in ogni caso nel costo del biglietto (7€, acquistabile in loco) è prevista anche un’audioguida.
La struttura del Castello è un viaggio nel tempo attraverso le varie civiltà che gli hanno dato l’attuale forma: Greci, Arabi, Normanni, Svevi e Aragonesi. Il Castello ha vissuto delle epoche d’oro, e ne sono una riprova il Mastio, da cui si ha una splendida vista sulla città e sul mare, le diverse cinte murarie e il Duomo, di cui però oggi rimane praticamente solo la struttura esterna. L’interno è stato completamente saccheggiato e svuotato a partire dal XIX secolo, periodo a partire dal quale l’intero sito venne abbandonato a se stesso. Solo negli ultimi decenni la città si è riappropriata di questo luogo bellissimo e dall’incredibile potenziale.
Tra le varie iniziative che hanno contribuito alla sua rivalutazione c’è sicuramente il Museo del Mare (MuMa), sede del Siso Project ad opera del biologo Carmelo Isgrò; un progetto davvero incredibile questo, volto a sensibilizzare i visitatori sull’importanza e la fragilità dei nostri ecosistemi, in particolar quello modo quello marino, di cui l’enorme scheletro del capodoglio Siso è simbolo.
All’interno del Castello hanno luogo diverse altre iniziative, come la mostra della tonnara (Milazzo lo era fino a poco tempo fa) o il cantastorie Nino, un signore di altri tempi che affascina e regala ai bambini (e non solo) dei magnifici insegnamenti di vita.
Dopo aver fatto un rapido giro in auto dell’ex tonnara di Milazzo, siamo stati a pranzo da alcuni parenti e nel pomeriggio ci siamo diretti verso un altro famoso punto di Milazzo: le Piscine di Venere. Incluse all’interno di una ricchissima riserva marina, sono a tutti gli effetti delle piscine naturali, caratterizzate da acqua bassa e particolarmente calda. Il percorso per raggiungerle, fatto di sentieri e scalinate a picco sul mare è davvero meraviglioso e avrete una vista stupenda sull’orizzonte davanti a voi. La camminata dura una ventina di minuti, anche se in salita potrebbe servirvi più tempo per riprendere fiato. 😊 Purtroppo ci sono tanti sentieri che con il tempo sono stati resi inaccessibili, ma che portano in punti e baie davvero caratteristiche.
Abbiamo concluso la nostra giornata a Milazzo con un’altra cena da parenti, che ci hanno viziato una seconda volta con piatti tipici e non: involtini alla messinese e ravioli con la mia amatissima crema al pistacchio.
GIORNO 3: TAORMINA E CATANIA
Per il nostro ultimo giorno completo in Sicilia, ci siamo dedicati ad altre due perle di questa regione. Taormina e Catania.
In tarda mattinata abbiamo raggiunto la prima delle due città, distante circa un’ora da Milazzo. Taormina è situata su una collina quindi la strada per raggiungerla è in salita, con qualche tornante da cui avrete già una bellissima vista sul mare. In città troverete diversi parcheggi (a pagamento), tra cui il Lumbi (un po’ distante dal centro, ma con una navetta che vi porta fino in centro paese) e il Porta Catania, centralissimo e quindi molto ambito da turisti e locals. Noi siamo riusciti a parcheggiare proprio in quest’ultimo.
Ho trovato Taormina molto bella, una tradizionale città a picco sul mare che per certi versi mi ha ricordato la costiera amalfitana, in particolare Sorrento. Viuzze, terrazze con scorci incantevoli, palazzi storici e negozietti in ogni dove. Unica pecca: tantissimi turisti. Noi ci siamo stati ad aprile ed era stata già abbastanza presa d’assalto, non oso immaginare durante i mesi estivi. 😨
Abbiamo cominciato il nostro tour con una breve passeggiata in centro, facendo tappa al Nino & Friends, un negozio in cui perderete letteralmente la testa. Fa parte di una catena che si trova in altre città d’Italia, proponendo prodotti tipici della regione. Qui a Taormina troverete leccornie di ogni tipo, dal dolce (confetti al pistacchio) al salato (pesti di pistacchio e tartufo, salse al pistacchio, sali aromatizzati). Anche se non vorrete comprare nulla, vale la pena di fare un salto anche solo per i numerosi assaggi che vengono proposti.
Per pranzo ci siamo fermati al carinissimo Ristorante La Scala, con i suoi pittoreschi tavolini posizionati lungo una delle numerose scalinate della città.
Anche qui non siamo rimasti a bocca asciutta, con un menù ricchissimo tra cui scegliere: noi abbiamo mangiato un antipasto di burrata e pomodorini, insieme a bruschette con cipolla rossa e pomodori; abbiamo proseguito con la "regina", la parmigiana di melanzane, seguita da pasta alla norma, gnocchi alla sorrentina e involtini di pesce spada. Davvero tutto buonissimo.
Dopo pranzo abbiamo proseguito la nostra passeggiata fino a quello che è il monumento simbolo di Taormina: il Teatro Antico. Pagando 12€ per il biglietto (intero) potrete ammirare i resti di uno dei teatri antichi più belli d’Italia, il secondo più grande della Sicilia. A renderlo famoso è sicuramente la sua finestra sul mare, uno squarcio tra i due lati del palco da cui si ha una splendida vista sul mare. Per merito di una fortuna sfacciata, noi lo abbiamo trovato in fase di restauro e quindi in parte nascosto. 😪 Il Teatro ospita tantissimi eventi e concerti durante l’anno, infatti mi piacerebbe moltissimo tornarci per un concerto estivo, magari in orario tramonto: dev’essere spettacolare!
Seconda e ultima tappa della nostra giornata a Taormina è stata l’Isola Bella. Dato che si trova ai piedi della collina su cui sorge la città, si può raggiungere con una lunga camminata oppure con la funivia, al costo di 10€ andata e ritorno. Noi abbiamo scelto la seconda opzione ed è stata una bella scelta che ci ha permesso di ammirare ancora di più il paesaggio taorminese.
Isola Bella è un luogo particolarissimo, frutto del lavoro di una nobildonna inglese - Florence Trevelyan – che l’acquistò alla fine del 1800. Lady Trevelyan costruì sull’isola una casa immersa nel verde, piantando decine di specie vegetali tropicali, che andarono a mischiarsi con la vegetazione locale. Fu però la famiglia Bosurgi, che acquistò l’isola successivamente, a darle l’aspetto attuale, ampliando la costruzione e la fitta vegetazione. Dopo qualche decennio di abbandono nel tardo ‘900, l’Isola venne finalmente riconosciuta come patrimonio dell’umanità e divenne proprietà dell’Assessorato ai Beni Culturali. La particolarità di quest’isolotto, oltre al suo evidente fascino, risiede nel piccolo sentiero che lo collega al litorale, il quale viene coperto o meno dall’acqua in base alla marea. Per raggiungerla quindi potreste dover tirarvi su i pantaloni e togliervi le scarpe. 😊 Per ragioni di tempo e per la mole di persone che c’era, noi siamo rimasti nella spiaggetta antecedente, godendoci il tepore e l’acqua cristallina (ancora troppo gelida per potersi buttare!).
A pomeriggio inoltrato abbiamo ripreso la funivia e siamo tornati nel centro di Taormina, godendoci un ultimo peccato di gola (gelato al cioccolato di Modica e pistacchio) prima di riprendere l’auto.
Dato che la mattina successiva il nostro volo di ritorno sarebbe partito da Catania, abbiamo deciso di passare la serata proprio qui, affittando una camera nell’alloggio “Casa d’aria”, un palazzo storico molto centrale con delle camere super suggestive e colorate.
Prima di cena abbiamo fatto una passeggiata nel centro città, passando per la piazza principale, piazza Duomo, e due edifici simbolo: la Fontana dell’Elefante e la Cattedrale. Rispetto a Palermo e Taormina a Catania si respira un’aria diversa: è una città storica, ma anche universitaria, mi è sembrata perciò un po' più caotica e meno accogliente rispetto ad altre città della Sicilia.
Dopo aver avuto l’immensa fortuna di assistere ad un servizio fotografico pre-diciottesimo 😁ci siamo diretti verso via Santa Filomena, pienissima di ristoranti e locali per tutti i gusti. Consiglio di prenotare perché praticamente tutti i locali erano molto affollati e i tempi di attesa piuttosto lunghi. Noi abbiamo cenato al Curtigghiu, ristorante di cucina tipica dove abbiamo ordinato la qualunque: montanarine (pizzette fritte), crocchette patate e menta, cuccidatu palermitano (panino ripieno), pizze in pala alla norma. Siamo usciti dal Curtigghiu praticamente rotolando.
GIORNO 4: CATANIA E RITORNO A CASA
La mattina del nostro ultimo giorno di viaggio l’abbiamo dedicata ad un’ultima passeggiata per Catania e ovviamente ad una abbondantissima colazione, per non smentire il mood del nostro ponte in Sicilia. I nostri parenti ci hanno portato da Spinella, un bar pasticceria molto centrale e conosciuto in città, dove si trovano anche le famose paste di mandorle, dolce siciliano molto tipico e che io ricercavo come souvenir dalla Sicilia. La cosa utile è qui le vendono confezionate singolarmente, che ahimé non fa gran bene all’ambiente, ma aiuta molto se dovete conservarle per più di qualche giorno prima di distribuirle e/o mangiarle. Oltre alle paste di mandorle abbiamo chiuso in bellezza con un cannolo e una fritta, entrambi ripienissimi di ricotta e di dimensioni mastodontici.
Prima di riaccompagnarci in aeroporto, per prendere il volo di ritorno Catania-Bologna, abbiamo fatto un salto in Villa Bellini, uno dei giardini più antichi e grandi della città, dove vengono spesso organizzati concerti ed eventi vari.

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Abbiamo salutato la Sicilia con il cuore pesante e quel pensiero che ti attanaglia sempre, al termine di ogni viaggio: e se non tornassimo a casa? Perché è questo l'effetto che ti fa questa terra: ti fa sentire come a casa tua, come se potessi mollare tutto quello che ti attende al di là del suo stretto e restare lì, a godere del suo sole, del suo mare e della sua incredibile ospitalità.
L'aereo alla fine lo abbiamo preso comunque, ma con una promessa nel cuore: non dovrà passare di nuovo così tanto tempo prima di tornare su quest'isola, bedda e buona. 💗
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