Capodanno a Berlino
Di Berlino ho sempre sentito dire molte cose: che è una città poco storica, che la sua storia l'hanno distrutta con le bombe durante la seconda guerra mondiale; che è una città "sballata", con le sue discoteche e la sua musica tecno; che è una città fredda e cinica, una città dove le persone non mostrano emozioni e non sembrano avere molto da dire.
Ecco, vi basterà vedere Berlino anche solo una volta per capire che non c'è nulla di vero in tutto ciò che ho appena detto.
Berlino è una città dove si respirano storia, cultura e parole in qualunque angolo ci si trovi. È vero, la seconda guerra mondiale ha cambiato il volto di questa città, ma non ha di certo intaccato la sua personalità, artistica, storica e splendidamente europeista.
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Io ed il mio ragazzo siamo stati a Berlino praticamente sei giorni, dal 28 dicembre 2017 al 2 gennaio 2018, ma quattro sono stati i giorni di visita effettiva della città.
Adoro visitare le città di inverno e nel periodo del Capodanno: sono tutti in fermento, tutti corrono di qua e di là cercando qualcosa da fare e da organizzare, e poi boom, finito il capodanno tutta la città si addormenta e almeno per un giorno i ritmi cambiano, tutti rallentano un po' prima di ripartire con il solito tran tran.
GIORNO 1: PARTENZA E ARRIVO A BERLINO
Come accennavo, siamo partiti per Berlino il 28 gennaio 2017, con volo RyanAir da Venezia, atterrando alle 18.30 circa del giorno stesso all'aeroporto Schönefeld. Per raggiungere il centro di Berlino abbiamo preso un treno (potete chiedere informazioni su quale linea prendere presso uno degli info-point che troverete in aeroporto) che in circa mezz'oretta ci ha lasciati in centro città, vicino al nostro alloggio per la settimana ovvero l'Ellington Hotel. Si tratta di un bel palazzo moderno, con stanze molto minimal e ben pulite. Piccolo aneddoto che ci ha fatto sorridere: la doccia e il lavandino non si trovano nel locale del bagno diciamo, ma nella camera stessa, vicino al letto. Stranissimo, ma non ci è dispiaciuto. :) L'hotel è in una buonissima posizione, a pochi minuti a piedi dalla prima stazione della metropolitana utile.
Dopo aver fatto il check-in, all'ora di cena siamo usciti per fare un giro nella città ancora addobbata per Natale e ci siamo fermati a mangiare al Gasthaus Krombach, un pub caratteristico dove abbiamo concluso la serata con bratwurst e schnitzel (cotoletta viennese).
GIORNO 2: VISITA AL CUORE DI BERLINO
IL MATTINO IN PILLOLE:
- La Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche (la chiesa bombardata)
- Il Tiergarten
- L'Invalidenpark
- La Stazione Centrale
- Il Reichstag (il Parlamento)
- La Brandeburg Tor
- L'Holocaust Mahmall
Il secondo giorno ci siamo svegliati abbastanza presto per dedicare tutta la giornata a visitare il cuore della città. Temevamo che non fosse il massimo visitare Berlino a fine Dicembre, con temperature di certo non miti, ma devo ammettere che è andata molto meglio di quanto pensassi (e io sono mooolto freddolosa!); certo, le giornate sono piuttosto fredde (le temperature anche di giorno non superano i 4-5 gradi), ma coprendosi bene e col passare delle ore ci si fa l'abitudine. E poi il freddo è una buona scusa per regalarsi di tanto in tanto un caffè caldo da Starbucks :)
La nostra prima tappa è stata la Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche, poco distante dal nostro albergo e che per questo abbiamo raggiunto a piedi. La riconoscerete subito: si tratta di una chiesa bombardata durante la Seconda Guerra Mondiale, che non è stata più ricostruita da allora a ricordo perpetuo degli orrori del conflitto. Ricordo di aver provato diverse sensazioni nell'osservare questa struttura: da un lato, l'amarezza di sapere che questa città è stata davvero ferita, distrutta, travolta dal male e che, anche se il tempo passa, il ricordo di ciò che è stato non si può cancellare. Dall'altro invece l'orgoglio nel vedere che cosa i Berlinesi sono riusciti a fare: volontariamente non hanno voluto cancellare i segni della loro sconfitta, anzi, li hanno protetti e li hanno erti a simboli indiscussi dell'arte e della storia che regnano nella loro città.
La chiesa è aperta al pubblico e al suo interno ospita una piccola mostra che racconta la storia della sua costruzione e le vicende che ne hanno portato alla parziale distruzione.
Dopo la visita alla chiesa, abbiamo preso la metro per recarci alla seconda tappa: il Tiergarten. È il parco più grande di Berlino che si estende per chilometri e nel quale spicca la bellissima Colonna della Vittoria. Il parco ospita anche il famoso Zoo di Berlino, che però noi non abbiamo avuto modo di visitare.
Dopo aver trascorso un'oretta circa a passeggiare per il parco abbiamo proseguito verso il centro città. È impossibile annoiarsi tra le strade di Berlino: da ogni parte spuntano come funghi bellissimi edifici storici, fusi perfettamente con case e palazzi moderni.
Un altro punto particolarmente interessante della città è l'Invalidenpark: si tratta di una piccola piazza al centro della quale regna la fontana-scultura del muro che affonda, simbolo del muro che ha diviso Berlino per tre decadi. D'estate, il muro affonda nell'acqua, mentre d'inverno la piazza viene svuotata e quindi è possibile inerpicarsi sulla scultura e dare uno sguardo a tutta la piazza dall'alto.
Dopo la tappa all'Invalidenpark siamo passati per la bellissima Stazione Centrale di Berlino, un edificio completamente vetrato, moderno e tecnologico, che si affaccia sul fiume Sprea. Vi consiglio se potete di fare una sosta qui, perché sia l'interno che l'esterno della stazione sono davvero curiosi e diversi da quelli che siamo abituati a vedere nelle stazioni italiane e ne vale la pena.
La seconda parte della mattinata l'abbiamo dedicata alla visita di tre luoghi simbolici di Berlino. Il primo, il Reichstag, ovvero la sede del Parlamento tedesco, con la sua meravigliosa struttura e la sua cupola visitabile (la visita alla cupola è gratuita, ma va prenotata in anticipo, vi consiglio di informarvi online prima di arrivare a Berlino). Il parlamento è circondato da un'immensa area verde dove si può passeggiare oppure stendersi a prendere un po' di sole nelle belle giornate. L'ampio parco è punteggiato qua e là da alcune curiose strutture di pietra e ospita tra gli altri anche la Haus der Kulturen der Welt, la casa delle culture del mondo.
Dopo la Reichstag, è stata la volta di quello che viene considerato "il" simbolo di Berlino per eccellenza: la Brandeburg Tor o Porta di Brandeburgo. La porta è davvero imponente; immaginavo lo fosse, ma vederla dal vivo dà tutta un'altra sensazione. Purtroppo non abbiamo potuto goderne a pieno in quanto essendo il 29 dicembre, la piazza era completamente sottosopra per la preparazione della festa di Capodanno.
Piccolo aneddoto: il luogo comune per cui tutti i Tedeschi parlano bene inglese non è del tutto vero :) prima di partire, la nostra idea era quella di passare l'ultima notte dell'anno proprio sotto la Porta di Brandeburgo; così, non sapendo bene né come sarebbe stato né come e quando muoverci, abbiamo pensato di chiedere aiuto ad uno dei macchinisti. E beh, non abbiamo avuto molto successo :) lui non sapeva praticamente nulla di inglese e siamo riusciti solo a strappargli un misero “YES, PARTY HERE!” :)
Una volta concluso il piccolo giro sotto la Brandeburg Tor abbiamo deciso di fare un'ultima tappa prima di fermarci per pranzo e così ci siamo diretti verso l'Holocaust Mahmall (nel quartiere Mitte). Prima di partire già sapevo che il viaggio a Berlino sarebbe stato speciale ed intenso ed è stato anche visitare posti come questo che lo ha reso tale. L'Holocaust Mahmall è il memoriale dell'Olocausto a ricordo di tutti gli ebrei assassinati d'Europa; si tratta di una struttura unica nel suo genere e penso di non aver mai visto una cosa simile in tutta la mia vita. Svolti l'angolo della strada e 2711 stele scure si stagliano di fronte a te lungo una superficie amplissima. Le stele non hanno nessun fronzolo, sono lisce e hanno dimensioni e altezze diverse.
A mano a mano che ci cammini attraverso, le stele diventano sempre più alte, così che sembra che ti stiano fagocitando. È una sensazione stranissima e almeno per me è stato molto angosciante. A questo proposito, una cosa mi ha fatto abbastanza innervosire: lo so forse sono esagerata, ma vedere persone stendersi o appoggiarsi sulle stele a fare le foto da modelli è un cosa che non sono proprio riuscita a digerire. Si tratta pur sempre di un memoriale del peggior genocidio della storia, come si può dimenticarsene per dare sfogo alla proprio vanità?
Sotto il memoriale si trova il Centro di Informazione sotterraneo, che abbiamo deciso di vedere per concludere la visita. Ospita una toccante mostra che raccoglie lettere, foto e altre testimonianze di chi ha vissuto l'inferno della Shoah e anche una banca dati grazie alla quale chi ha necessità può cercare o raccogliere notizie sulle sue vittime.
Mentre eravamo in fila per entrare nel Centro, abbiamo avuto modo di parlare con una gentile signora Berlinese trapiantata a Londra la quale, oltre a raccontarci della sua esperienza e del perché si trovasse lì (per accedere per l'appunto alla banca dati per conto di un amico), ci ha anche suggerito di fermarci a pranzare al Mall Of Berlin, il centro commerciale più grande della città. Vi trasmetto senza dubbio il suo consiglio, perché il centro è davvero carino (per gli amanti, è pieno di negozi che qui in Italia fatichiamo a trovare! ;) ) e l'ultimo piano ospita moltissimi ristoranti e locali con cucine di tutto il mondo. Noi abbiamo pranzato con falafel e kebab, buonissimi :)
IL POMERIGGIO IN PILLOLE:
- Il Mall of Berlin
- Alexanderplatz
- I Mercatini di Natale
Dopo una mattinata così intensa, abbiamo deciso di goderci con più calma il pomeriggio e così, dopo aver trascorso un paio di ore al Mall of Berlin, abbiamo preso la metro che ci ha condotto ad Alexanderplatz. Essendo ormai tardo pomeriggio, ci siamo goduti la piazza e la famosa Torre della Televisione con il buio, ma è stato comunque molto suggestivo.
Continuando la nostra passeggiata a piedi, ci siamo trovati poi nel pieno dei mercatini di Natale di Berlino, a pochi passi da Alexanderplatz. L'atmosfera era incantevole: pista di pattinaggio, ruota panoramica, chioschi e mercatini a servire cioccolata calda e bagel. Fantastico *.* Nonostante il freddo, questo bel momento ci ha scaldato il cuore ed è entrato senza dubbio a far parte dei ricordi più belli che abbiamo del nostro viaggio a Berlino.
Stanchi e un po' infreddoliti, abbiamo deciso di concludere la serata in hotel, non senza prima essere passati per il McDonald's, sicurezza assoluta quando non si ha voglia di mettersi a cercare un posto dove mangiare. :D
GIORNO 3: ESPLORANDO I DINTORNI DI BERLINO
IL MATTINO IN PILLOLE:
- Schloss Charlottenburg (la Residenza Reale)
La nostra terza giornata a Berlino è stata una delle meno programmate del nostro viaggio e forse anche per questo una delle più memorabili. :)
Avevamo programmato solo il mattino, dedicato alla visita di Schloss Charlottenburg, residenza reale degli Hohenzollern che si trova nell'omonimo quartiere di Charlottenburg.
Si trova un po' fuori dal centro città, ma potrete facilmente raggiungerlo in metropolitana. Charlottenburg custodisce la maggior parte degli edifici anteguerra, e infatti anche il palazzo è uno dei gioielli che è riuscito a salvarsi dalla distruzione. I biglietti per visitare la residenza si possono acquistare in loco al costo di circa 10€. Il tour è stato decisamente piacevole: ci hanno fornito delle audioguide ed essendoci poche persone abbiamo potuto vedere con calma e senza tanta confusione sia l'interno che l'esterno del palazzo. L'interno è ricco di stanze, alcune sfarzosissime e preziose, altre più sobrie, sulla base dei gusti dei diversi abitanti del castello che hanno abitato e arredato la residenza nel corso degli anni. A coronare la visita troverete anche l'ampio giardino retrostante al palazzo, che si affaccia su un piccolo fiumiciattolo e dà l'opportunità di rilassarsi un po' e di scattare delle belle foto. Il palazzo dà modo di vedere un'altra faccia non sempre nota di Berlino, e per questo ve lo consiglio se avete un po' di tempo in più da trascorrere nella città.
IL POMERIGGIO IN PILLOLE:
- L'East Side Gallery
- Le prigioni della Stasi
Usciti da Charlottenburg, abbiamo deciso di “cambiare” totalmente epoca storica e di raggiungere un altro dei simboli di Berlino: l'East Side Gallery. Trovandosi dall'altro lato della città, abbiamo mangiato solo “mezzo panino” (cit. :D) al volo e abbiamo subito preso la metro che verso l'una e mezza ci ha lasciati a Mulhenstrasse. L'East Side Gallery è la più lunga galleria d'arte all'aperto del mondo: in pratica, altro non è che quello che resta del Muro di Berlino che successivamente alla sua caduta venne preso d'assalto da vari artisti che lo dipinsero e lo impreziosirono con immagini che ancora oggi sono oggetto di culto per esperti d'arte e non. Si tratta di un polo bellissimo dove per più di 1 km si snodano davanti a voi quadri e murales di ogni tipo, come il famoso The Mortal Kiss tra i presidenti di Germania dell'Est e dell'Ovest, o il Test the rest, dove la Trabant - auto simbolo della Germania orientale - sfonda il muro. Da un lato però la visita della galleria è stata dolce amara: ti trovi infatti di fronte a quello che è stato un dramma per migliaia di persone nel secolo scorso, un muro che ha diviso, ferito e ucciso moltissimi, e non basterebbero tutti i colori del mondo per rendere meno amaro questo ricordo. Eppure il fatto di non aver distrutto del tutto il muro e di avergli dato questa seconda vita è un segnale chiaro; ci hanno voluto dire di non dimenticare quello che che è stato, e anzi, ci invitano a far sì che diventi un monito per tutte le generazioni che verranno.
L'unica pecca di un posto così particolare è il suo essere tanto turistico: ovviamente le visite devono esserci, ma ancor più che all'Holocaust Manhmall, qui sembra evidente che molte persone non hanno assolutamente idea di cosa stiano guardando. Non dico che i visitatori dovrebbero disperarsi o strapparsi i capelli, ma che almeno portino il rispetto dovuto a quello che l'East Side Gallery rappresenta. Invece ho visto molte persone farsi selfie davanti al muro, anche davanti a versi di poesie sulla morte e sulla distruzione... insomma non proprio di buonissimo gusto almeno secondo me. :(
Verso le tre ci siamo seduti ad un McCafé poco distante dove un po' out of the blue abbiamo scelto la nostra meta successiva: le prigioni della Stasi. Prima della partenza avevamo deciso di non includerle nell'itinerario perché temevamo di non avere abbastanza tempo per visitarle, non trovandosi molto vicino al centro. Ma dopo la visita all'East Side Gallery, ci è sembrato quasi naturale proseguire su questa strada.
Vi consiglio però di non fare come noi e di programmare la visita delle prigioni con un po' di anticipo... Ora vi spiegherò perché.
Non sapendo bene come raggiungerle, per guadagnare tempo (l'ultimo ingresso è alle 16) abbiamo optato per un taxi. Una volta arrivati abbiamo scoperto che le prigioni non possono essere visitate in autonomia ma solo con tour organizzati una volta ogni ora circa e con una guida inglese o tedesca. Purtroppo, non essendoci informati in anticipo, non sapevamo che le guide inglesi non fossero sempre disponibili e che l'ultimo tour del giorno, proprio quello delle 16, fosse seguito solo da una guida tedesca. Noi non conosciamo il tedesco, ma non essendo sicuri di poter tornare un altro giorno, abbiamo deciso comunque di fare il tour almeno per vedere le prigioni.
In realtà il tour è stato davvero pazzesco: la guida era un ex detenuto delle prigioni quindi la sua testimonianza è stata preziosa. Noi per ragioni linguistiche non ce la siamo potuta godere appieno, ma abbiamo avuto la fortuna di avere un traduttore “improvvisato”, un ragazzo bavarese al quale abbiamo chiesto il favore di riassumerci brevemente in inglese quello che diceva la guida. Le prigioni sono un luogo assurdo; si dividono tra la parte più “antica” quella delle prigioni sotterranee - buchi scavati nella pietra senza finestre - e la parte più “recente”, quella usata nel secondo dopoguerra per detenere ed interrogare i sospettati dalla Stasi. I locali sono decisamente meno angusti rispetto alla loro versione più antica, ma comunque il livello di spionaggio e di tortura mentale si percepisce pienamente anche nelle prigioni più “nuove”. Dal viso della guida erano palpabili il dolore e l'ansia che doveva aver provato durante il suo periodo di permanenza nelle carceri. La cosa stranissima è stata sapere che non solo i detenuti, ma anche le guardie stesse erano sottoposte ad un comparabile livello di controllo, molto spesso a loro insaputa. Una cosa che ti fa perdere la testa a pensarci.
Dopo un paio di ore la visita è terminata e, su consiglio del nostro “traduttore”, questa volta abbiamo preso un tram per tornare in centro città.
Abbiamo quindi cenato in una birreria, l'Alt-Berliner-Biersalon, con zuppa e patate al cartoccio.
Roby’s tip: fate attenzione alle mance in Germania! Infatti non sono comprese nel conto e i camerieri si aspetteranno sempre di riceverle... Quindi vi guarderanno un po' male se pagherete col bancomat senza aggiungere la famosa “tip” :)
GIORNO 4: LA BERLINO DEI MUSEI E L'ULTIMA NOTTE DELL' ANNO
IL MATTINO IN PILLOLE:
- Il Judisches Museum
L'ultimo giorno dell'anno lo abbiamo dedicato alla parte più culturale di Berlino, con il Judisches Museum e l'Isola dei Musei come tappe principali.
Essendo abbastanza distante dal nostro hotel, scelta obbligata per raggiungere il Museo Ebraico è stata la metro. Abbiamo però deciso di fermarci qualche stazione prima della più vicina al museo per poter godere di un'area metropolitana della città che altrimenti ci saremmo persi. I quartieri di questa zona si assomigliano un po' tutti in realtà: grigi, con grandi palazzoni e tante viuzze nascoste. Ma in mezzo a questo grigiore, spuntano qua e là meravigliosi murales che in pochi secondi spazzano via l'anonimia di questa parte di Berlino.
Il Judisches Museum è una struttura imponente, si tratta infatti del museo ebraico più grande d'Europa. La sua architettura ha una storia del tutto particolare ed originale, che vi invito ad andare ad indagare prima di visitare il museo. Il biglietto d'ingresso si aggira sui 10€ (noi lo abbiamo pagato 6€ con l'ingresso studenti).
Vi consiglio di dedicare almeno una mattinata alla visita del museo perché è ricchissimo di stanze e la visita è parecchio intensa. Oltre alla mostra permanente, il museo ospita difatti anche varie mostre temporanee degne di interesse.
Noi ci siamo soffermati principalmente sulla visita della mostra tematica “Welcome to Jerusalem” e sulle stanze che compongono la mostra permanente. La prima è molto bella ed interessante, racconta la storia di Gerusalemme dalle origini bibliche al suo ruolo oggi nello stato di Israele e nel mondo. Ma è la mostra permanente quella che mi è rimasta e credo vi rimarrà più nel cuore. Innanzitutto troverete la grande sala sotterranea, che è divisa dalle tre assi dell'Esilio, dell'Olocausto e della Continuità. Come vi dicevo il museo ha un'architettura particolarissima e le vostre emozioni saranno ancor più amplificate dalle scelte stilistiche del suo ideatore Daniel Libeskind. La difficoltà, le sfide e il dolore provato da questo popolo vengono resi anche “fisicamente” nel modo in cui sono strutturati gli ambienti. Ogni asse è costellata da quadri esplicativi, oggetti e testimonianze non banali, e termina ciascuno in un punto preciso:
- nel Giardino dell'Esilio (che noi però non abbiamo potuto visitare perché chiuso per lavori);
- nella Torre dell'Olocausto, alta, vuota e immersa nell'oscurità, se non fosse per una minuscola finestrella all'estremità che lascia passare appena un piccolo fascio di luce. Io ho provato molta angoscia nell'entrare, quasi mi ha tolto il respiro e non sono riuscita a stare dentro a lungo;
- nell'Asse della Continuità, che conduce ad una scala che porta all'atrio principale del Museo, quasi a voler dire che dopo tutto il dolore il destino del popolo ebraico sia quello di uscire e farsi strada nel mondo.
Il museo è noto soprattutto per l'installazione Schalechet “Foglie cadute” che si trova al secondo piano dell'edificio insieme ad altre opere meno note di altri autori. Quest'opera è tristemente stupefacente: si compone di 10.000 volti d'acciaio che dovrete calpestare per raggiungere la fine del percorso e poi tornare indietro, con l'incessante rumore dell'acciaio che sbatte sotto i vostri piedi. È dedicata alle vittime della Shoah e in generale a tutte le vittime di violenza e di guerra. Quest'installazione è un monito pazzesco per i visitatori, quasi a dir loro: guardate com'è facile calpestare queste facce, ricordate però che il rumore del loro dolore e del vostro senso di colpa vi accompagnerà per sempre.
La visita ci ha lasciati abbastanza tramortiti, così dopo esserci un po' ripresi nella caffetteria del museo siamo usciti ad ora di pranzo per andare a mangiare. Per il pranzo abbiamo scelto Peter Pane, una buonissima hamburgeria che vi consiglio per l'ampia scelta e la gentilezza del personale.
IL POMERIGGIO IN PILLOLE:
- L'Isola dei Musei
- Il Berliner Dom
Al pomeriggio ci eravamo prefissati di visitare l'Isola dei Musei, ma purtroppo a nostra insaputa erano tutti chiusi e quindi non ce l'abbiamo fatta.
La zona però è molto carina, così abbiamo approfittato per fare un bel giro a piedi fino ad arrivare al Berliner Dom. E' un edificio dai colori molto strani, diversi dai “soliti” edifici religiosi e che richiamano i colori della Brandeburg Tor. Abbiamo trascorso parte del pomeriggio in questa zona per poi raggiungere la metro e tornare in albergo per prepararci alla serata più lunga dell'anno. :)
LA SERATA DI CAPODANNO
Organizzare il capodanno quando si è a casa è già una sfida... Figuriamoci quando si è all'estero, da soli in coppia. :)
Così dopo una prima esperienza fallimentare qualche anno fa a Dublino (ndr. Post coming soon... :) ), questa volta abbiamo deciso di non farci trovare impreparati a abbiamo cercato di organizzarci meglio e per tempo. Niente festoni al Berghain o simili, non è il nostro stile, ma volevamo avere un buon piano per la cena e il post-cena.
Per la cena ci siamo fatti consigliare dal nostro hotel, che è stato così premuroso da prenotare per noi un tavolo al Ristorante Weiss. Si tratta di un locale piccolo ed intimo, molto carino e specializzato in cucina tedesca. Talmente specializzato che la proprietaria e la cameriera parlavano solo tedesco (che noi non sappiamo). :) La cena però è stata molto bella anche per questo: abbiamo optato per il menù fisso di Capodanno che è stato una sorpresa continua visto che era scritto in tedesco e per molti termini nemmeno Google Translate è riuscito ad aiutarci :) Alla fine nonostante le barriere linguistiche siamo riusciti a dialogare con la simpatica oste, che a modo suo ha provato a spiegarci i piatti serviti. La cena nel complesso è stata molto buona e in totale ci è costata 100€, non male considerando l'occasione.
Per il post cena la nostra intenzione iniziale era quella di andare a vedere i fuochi vicino alla Porta di Brandeburgo. Ma ci sembrava abbastanza improbabile riuscire a farlo considerando la massa di gente che si riversa ogni anno sotto la Brandeburg Tor per la tradizionale festa di fine anno. Per avere un posto avremmo dovuto appostarci lì dal mattino/prima pomeriggio e sinceramente non ci sembrava il caso di perdere un giorno di vista di Berlino a questo scopo. In ogni caso non ci siamo arresi e abbiamo optato per una “scorciatoia”: vedere i fuochi dalla Colonna della Vittoria del Tiergarten. Verso le undici e venti siamo quindi fuggiti dal ristorante e abbiamo preso la metro per raggiungere il parco entro la mezzanotte. Una volta arrivati abbiamo scoperto che la nostra idea non era poi così originale, dato che un bel po' di persone si erano già radunate lì prima di noi. :)
A mezzanotte come previsto sono cominciati i fuochi ed è stato davvero molto suggestivo, nonostante fossimo abbastanza distanti dalla Porta. Molte famiglie e gruppi di amici erano lì a festeggiare, alcuni come noi con gli occhi lucidi pensando all'anno lasciato indietro e quello che sarebbe venuto.
Verso l'una quando i festeggiamenti hanno cominciato a scemare ci siamo ridiretti verso la metro e rientrati in albergo.
GIORNO 5: (PEN)ULTIMO GIORNO A ZONZO PER BERLINO
IL MATTINO IN PILLOLE:
- Il Gendarmenmarkt
- La Neue Synagoge
- L' Anne Frank Zentrum
Il penultimo giorno (in pratica l'ultimo per visitare la città) lo abbiamo passato per forza di cose a zonzo per Berlino. Il primo giorno dell'anno infatti le città si “svegliano” tardi dopo i bagordi della notte precedente e quindi molti locali, monumenti ed edifici restano chiusi. Ma girare a zonzo non è forse il modo migliore per visitare una città? :)
Al mattino, dopo la colazione, abbiamo pensato di recarci al Gendarmenmarkt, maestosa piazza del mercato che però abbiamo trovato completamente occupata dai tendoni dei mercatini e chiusa all'ingresso. :( Abbiamo comunque proseguito la nostra passeggiata arrivando fino alla Neue Synagoge, la cui cupola arricchisce tutto il panorama di questo quartiere di Berlino. Peccato però che anche questa fosse chiusa, stavolta per lavori fino ad Aprile. :(
Un po' sconfortati abbiamo trascorso un po' di tempo al vicino Monbijoupark, piccolo parchetto di periferia e poi ci siamo diretti nuovamente verso il centro città. Passeggiare per le strade di Berlino è affascinante: puoi girarti e a caso trovarti davanti ad un bellissimo scorso del Berliner Dom o in un posto come l'Anne Frank Zentrum, splendido polo culturale un po' fuori dal comune. Se non lo trovate girovagando come è successo a noi, vi consiglio di aggiungerlo al vostro itinerario perché è un angolo magico e secondo me tra i più caratteristici della città.
IL POMERIGGIO IN PILLOLE:
- Il Volskpark
- Il Sony Center
Dopo pranzo non abbiamo abbandonato il vagabondaggio e ci siamo spostati verso Berlino Est, in direzione del Volskpark. L'eredità del regime comunista è ancora oggi visibile in alcuni quartieri, dove regnano palazzoni grigi, anonimi e uguali tra loro. Fa strano pensare quanto siamo lontani ma allo stesso tempo vicini all'epoca della Guerra Fredda, dell'Europa e soprattutto della Berlino divisa, dove non si poteva girare con tanta facilità da una parte all'altra della città. Da un lato è triste che questa parte della città stenti ancora a rinnovarsi, ma dall'altra forse un po' a sua insaputa resta un'importante testimonianza di un pezzo di storia che non va dimenticato.
Per raggiungere il Volskpark ci è voluta circa un'oretta di passeggiata, ma non ce ne siamo assolutamente pentiti. Il parco non è tra le mete più note di Berlino ma io lo avevo notato sulla guida per le sue Statue degli Animali Disney e così da vera fan non ho potuto rinunciarci. :)
Peccato però che d'inverno le statue sono coperte da delle casette in legno per evitare che ghiaccino e così, per mia grande delusione, non sono riuscita a vederle. :( Il parco comunque è molto carino e frequentato anche dalla gente del luogo, e ospita tra gli altri anche la Wetfriedenglocke, la campana della pace mondiale donata dall'associazione giapponese World Peace Bell in ricordo delle vittime di Hiroshima. Fateci un salto se avete tempo a sufficienza, soprattutto con la bella stagione.
Nel tardo pomeriggio abbiamo preso un tram che ci ha riportati in centro, dove ci siamo concessi un ultimo giro nel super tecnologico Sony Center, situato a Postdamer Platz. Il complesso ci ha stupiti sia per la struttura, completamente in vetro e acciaio, sia per lo spettacolo che abbiamo avuto modo di vedere, con pattinatori sul ghiaccio e giochi di luce. È un edificio molto diverso dal solito e se passate per questo quartiere fateci caso.
Dopo una giornata passata sempre all'aperto, ci siamo concessi un'ultima zuppa calda al Alt Berliner Biersalon e abbiamo salutato la Berlino “by night” per fare ritorno in albergo.
GIORNO 6: CIAO BERLINO!
Avendo il volo di ritorno alle 14.45 da Schonefield, l'ultimo non lo abbiamo considerato come giorno utile per visitare la città. Ci siamo solo concessi un'ultima colazione da Starbucks e abbiamo fatto una piccola capatina alla Brandeburg Tor, per vederla libera dalle transenne della festa di capodanno e dare il nostro Auf Wiedersehen ad una città che ci è entrata sottopelle. :)
PERCHE' VISITARE BERLINO
Come vi accennavo, per quanto dicano Berlino secondo me è una delle città con più storia d'Europa. Non la storia che si vede nei grandi palazzi del pre-Novecento, ma una storia che si respira, una storia recente che ti fa sentire vicino e in qualche modo anche parte del vissuto di questa capitale. E per questo non noiosa e mai banale.
Berlino poi è una città super vivibile, con la sua metro e i suoi mezzi che ti permettono di spostarti dovunque, e i suoi polmoni verdi che danno ampio respiro al profilo metropolitano fatto di palazzi e quartieri residenziali e non.
Ma soprattutto Berlino è una città artistica a livelli smisurati: per la musica nelle sue strade, per i suoi murales che colorano anche i quartieri più grigi, e per la cultura che traspare dai suoi musei più belli fino ai suoi angoli più degradati.
Insomma, inserite questa città nella lista dei vostri prossimi viaggi, e vedrete che dopo averla vista la prima volta, il suo richiamo vi farà venire voglia di tornarci altre mille volte. :)
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