Sei giorni tra i laghi: Italia, Svizzera e Germania

Dopo quasi due anni di stop, finalmente quest'estate ho potuto riprovare l'ebbrezza di rimettere lo zaino in spalla (letteralmente!) e partire.

Il COVID ha per forza di cose cambiato le nostre abitudini di viaggio e così, nell'incertezza di come e dove saremmo potuti andare per le vacanze, quest’estate abbiamo optato per una soluzione "sicura" ma comunque bella: girare in auto tra il Nord Italia e la Svizzera.

Vi anticipo subito che questo non è un itinerario adatto a chi non ama i viaggi in macchina perché le ore on the road sono state molte (più o meno un giorno intero sommandole tutte), anche se spezzate tra le varie tappe vi dirò che non si sono sentite molte.

Per la scelta delle varie mete siamo partiti da un nostro desiderio: volevamo visitare la Svizzera e arrivare fino al Lago di Costanza di cui abbiamo sempre sentito parlare molto bene. Non sapendo con esattezza come sarebbero stati i movimenti nella zona Schengen quest'estate, abbiamo preferito non rischiare e non pianificare tutta la settimana di vacanza all'estero; per questo motivo per i primi giorni del nostro viaggio abbiamo inserito anche delle mete nostrane che troverete elencate nel mio post.

Abbiamo prenotato i vari alloggi su Booking.com, con cancellazione gratuita per evitare sgradite sorprese all'ultimo minuto.

È stato davvero un viaggio bellissimo, intenso, a tratti stancante ma durante il quale non ci siamo annoiati neppure un secondo tante sono state le cose da vedere e da scoprire. Per cui ve lo consiglio, se non nella sua interezza, almeno per alcune delle tappe che mi sono rimaste decisamente nel cuore. 💘

GIORNO 1: PARTENZA E VISITA DEL PARCO DELL'ADAMELLO IN VAL GENOVA (TRENTINO)

Alla guida:
> Casa - Riese → Val Genova: 3h
> Val Genova → Bormio: 3h

Per il primo giorno, dovendo arrivare a Bormio (Lombardia) entro sera, ci siamo fatti consigliare da Google ed amici e abbiamo deciso di fare una prima tappa in Trentino, più precisamente in Val Genova al Parco dell'Adamello.

Prima di raggiungere il parco abbia fatto una velocissima sosta in quello che doveva essere il "villaggio fantasma" di Irone, spopolato dalla peste nel 1600. In realtà abbiamo scoperto che non è più così abbandonato e anzi molte delle antiche casette sono state ristrutturate e si riempiono soprattutto durante il periodo estivo.

Il Parco dell'Adamello è grandissimo e bisognerebbe avere ben più di un giorno per esplorarlo tutto. Avendo praticamente solo mezza giornata a disposizione e dato il meteo un po' incerto soprattutto verso ovest, ci siamo dedicati principalmente alla visita delle Cascate di Nardis e Lares.

Il parco può essere raggiunto sia in bus che in auto; in quest'ultimo caso, è possibile prenotare il parcheggio online a questo link con anticipo per evitare di non trovare posto (soprattutto durante il weekend). Noi siamo arrivati di lunedì e senza prenotazione non abbiamo avuto difficoltà; magari però meglio non rischiare. 😉

Ci sono due possibili opzioni di parcheggio:

- Una da 8€ con parcheggio nell'Alta Valle (oltre il Ponte Verde e ben oltre le Cascate Nardis);
- Una da 6€ con parcheggio nella Bassa Valle (fino al Ponte Verde).

Se avete poco tempo vi consiglio il primo perché per raggiungere i vari punti del percorso bisogna camminare abbastanza. Il tragitto non è difficile, non c'è dislivello ma solo tanto da scarpinare. Comunque all'interno del parco c'è anche la possibilità di prendere delle navette che collegano determinati punti, quindi nel caso non abbiate voglia o modo di camminare molto non dovrete preoccuparvi. È decisamente un posto per famiglie quindi troverete la soluzione più adatta a voi.
All'interno del parco ci sono molti rifugi e luoghi di ristoro, per cui non avrete problemi neppure per trovare da mangiare.

Come vi dicevo noi ci siamo fermati principalmente in due punti:

1. Alle Cascate Nardis, che sono tra cascate le più alte d'Italia e d'Europa, un vero spettacolo della natura! Sono tra le prime che troverete partendo dalla Bassa Valle e vale la pena passare un pochino di tempo a guardarle e fotografarle.


2. Alle Cascate Lares, che sono un po' più distanti dall'ingresso e più difficili da raggiungere. Il percorso è in salita e in prossimità delle cascate la fanghiglia rende un po' complicato muoversi senza scivolare. Però sono molto belle, anche se un po' più piccole delle Nardis e quindi forse un po' meno "wow". 😊


Verso metà pomeriggio siamo ripartiti alla volta di Bormio e il tragitto è stato un vero delirio! Il mitico Google Maps ci ha fatto fare una strada surreale passando per il Passo Gavia, a 2600m, con stradine strettissime a strapiombo e senza parapetti. Oltre a questo se non bastasse c'era un tempaccio con fulmini, pioggia e per un po' anche la grandine... Insomma ce la siamo vista brutta. :D Però è stata pur sempre un'esperienza, e vedere le mucche in vetta passeggiare libere per le strade UN PO' ci ha fatto dimenticare il disagio alla guida. 😁

Arrivati a Bormio abbiamo fatto il check-in all'hotel* per poi cenare prenotando del tutto casualmente all'Enoteca Guanella, locale che ha partecipato al programma “4 Ristoranti” di Borghese! Voto diesccchi assolutamente, piatti e servizio buonissimo, senza grandi pretese o fasti e anche il conto è stata una piacevole sorpresa.

*ALLOGGIO: Camere Vecchio Borgo, Bormio 🌟🌟.
Posizione ottima, praticamente in centro a Bormio. Le camere e la pulizia diciamo che potevano essere un tantino migliori, lo stabile infatti era un po’ vecchio e non curatissimo. 😔

GIORNO 2: ESCURSIONE AI LAGHI DI CANCANO A VALDIDENTRO (BORMIO)

Alla guida:
> Bormio → Valdidentro: 25 minuti
> Valdidentro → Cadenabbbia: 2h 45 circa

Bormio è un paesino immerso nell'Alta Valtellina, che offre un sacco di bellissime escursioni e passeggiate tra le montagne che lo circondano. Su consiglio di alcuni amici noi abbiamo optato per l'escursione ai Laghi di Cancano, situati nella Valle di Fraele: si tratta di un percorso ad anello di circa 17 km a 1900m d'altitudine, che si snoda intorno ai laghi di San Giacomo e di Cancano, realizzati artificialmente in seguito alla costruzione di due dighe per la produzione di energia elettrica.

È possibile raggiungere il punto di partenza dell'escursione in auto, pagando un biglietto di 5€ che permette di parcheggiare alle Torri di Fraele (in questo caso il percorso a piedi si allunga di un paio di km) o in un parcheggio poco più avanti dove troverete anche un rifugio e un rent-a-bike se vorrete percorrere la strada in bicicletta.

La camminata non è difficile dato che non c'è praticamente dislivello e ci sono diversi posti dove sostare come rifugi, bar ristori o zone pic-nic. Vi consiglio però di portarvi dietro il pranzo e di mangiare in riva al lago, come abbiamo fatto noi: è stato davvero molto bello e suggestivo. 😍
Il paesaggio è meraviglioso, l'azzurro dei laghi fa da cornice ad ampie vallate con baite di legno, ruscelli e boschetti di pini.




Mi raccomando, anche nel periodo estivo vestitevi a strati perché nonostante le giornate di sole è un posto abbastanza ventoso e soprattutto nelle prime ore del mattino fa abbastanza fresco.

Nell'estremità a nord del Lago di San Giacomo troverete degli ambigui resti di edifici di cui non abbiamo capito bene l'origine; online non si trovano molte notizie, quindi abbiamo ipotizzato potesse essere una specie di villaggio costruito per chi ha lavorato alla diga che è stato successivamente distrutto una volta conclusi i lavori. E' davvero stranissimo, tra l’altro è rimasto in piedi un intero edificio al cui interno si trovano tegole, sassi e... resti di turche! Bleah 😜


A metà pomeriggio ci siamo rimessi in viaggio per raggiungere la nostra terza tappa: il lago di Como. Dopo circa tre ore di viaggio siamo arrivati al nostro hotel* dove, dopo una bizzarra conversazione con il figlio del proprietario (un personaggione :D) ci siamo sistemati e abbiamo cenato. È stato bellissimo cenare sulla riva del lago di Como, peccato aver voluto prendere la pizza con la speranza di mangiarne una buona prima di attraversare il confine ed essere rimasti solo più delusi che mai. 😀

*ALLOGGIO: Hotel Riviera, Cadenabbia (Tremezzo) - 🌟🌟🌟
Hotel carino, con personale gentile e disponibile. La nostra stanza non era male, ma dava sulla strada con i conseguenti rumori del traffico.

GIORNO 3: VISITA DI BELLAGIO E VARENNA SUL LAGO DI COMO

Alla guida:
> Cadenabbia → Gisikon circa: 5 h

Mentre sceglievamo l'itinerario per il nostro viaggio, la nostra idea iniziale per il lago di Como era quella di noleggiare delle biciclette e di percorrere la Green Way. A dire la verità non ci siamo informati moltissimo e quindi pensavamo si trattasse di una comoda pista ciclabile sul lungo lago che permettesse di visitarne i vari paesini comodamente. In realtà, chiedendo informazioni alla Reception del nostro hotel, abbiamo scoperto che non si tratta di un percorso così facile: la Green Way si snoda sì lungo la sponda occidentale del lago, ma è una sorta di sali-scendi su e giù per le colline che passa per i vari paesini e così, a meno che non si sia mooolto allenati in bicicletta, può diventare un po' impegnativo. In più non ci siamo attivati nei giorni precedenti per noleggiare le bici e quindi ci hanno detto che trovarle il giorno stesso in cui ci sarebbero servite sarebbe stato difficile e non così economico.

Per cui abbiamo optato per un piano B suggerito dall'hotel: fare il ticket giornaliero di 15€ per il traghetto che permette di spostarsi lungo il quadrato Menaggio-Cadenabbia-Varenna-Bellagio, le mete più conosciute di questo ramo del lago di Como. 😊 Avendo mezza giornata a disposizione, siamo riusciti a visitare solo Varenna e Bellagio, ma sicuramente vale la pena vedere tutte e quattro.


Per primo siamo stati a Bellagio, considerata una delle perle del Lago di Como; probabilmente l'abbiamo visitata nel periodo sbagliato dell'anno, in altissima stagione, ma a me non è piaciuta moltissimo: troppe auto (ovunque), tanti – troppi – locali sul lungo lago, frotte di turisti, insomma tutti gli ingredienti meno adatti per farti godere a pieno delle bellezze di un luogo. Informandoci un po’ online avevamo visto che a Bellagio è possibile visitare due famose ville con i loro splendidi giardini, Villa Serpelloni e Villa Melzi. Abbiamo quindi chiesto informazioni alla simpaticissssima impiegata del Tourist Information Point, che squadrandoci da capo a piedi ci ha spiegato che:

- Villa Serpelloni, la più rinomata, si visita solo tramite tour organizzati al costo di 15€ che sono spesso sold out se non vengono prenotati con almeno un giorno di anticipo;

- Villa Melzi invece è visitabile in autonomia al costo di 8€.

Non trovando posti disponibili per la visita della prima e non avendo così tanto a disposizione per la seconda, abbiamo preferito cambiare programmi e ci siamo goduti una mezz’oretta in riva al lago nel Parco della Punta, un angolo di verde di Bellagio ottimo per scattare qualche foto e godersi un po’ di relax sulle sue panchine.


Poco prima di pranzo abbiamo ripreso il traghetto e ci siamo spostati a Varenna, che al contrario mi è piaciuta molto. Più piccola e meno conosciuta di Bellagio, ha degli scorci molto belli che si possono godere con più tranquillità e meno folla. Per un po’ siamo rimasti su un piccolo lido proprio vicino al punto di imbarco/sbarco del traghetto, dove alcune persone facevano anche il bagno (alla fine lo ha fatto anche mio marito 😁), poi ci siamo spostati poco più in là per pranzare sempre in riva al lago in un localino carinissimo, l’Olivedo Lido che vi consiglio soprattutto per la gentilezza del personale.



Verso le quattro abbiamo ripreso la strada alla volta della nostra successiva tappa: la Svizzera.

QUALCHE CONSIGLIO PRIMA DI ATTRAVERSARE IL CONFINE 👉

- La Svizzera non fa parte dell’Unione Europea, quindi oltre ad avere un’altra moneta (il franco svizzero), attenzione al telefono perché la vostra promozione qui non sarà valida.

- A questo proposito, ricordatevi di scaricare le mappe offline, altrimenti sarà un po’ difficile orientarvi. La pecca di non avere i dati liberamente accessibili è il fatto di non poter controllare il traffico, che sulle strade svizzere pare essere spesso presente.

- Per poter percorrere l’autostrada svizzera è necessario acquistare la vignetta, come si fa anche in Slovenia o Austria; ragazzi, è assurdo ma in Svizzera non esiste altra opzione se non prendere quella annuale, dal costo di 40 franchi (circa 39€). E questa è solo la prima cosa che vi farà restare a bocca aperta. 😅 La vignetta comunque è acquistabile in uno dei negozietti che si trovano sul ciglio della strada in prossimità della dogana.

- Già, la dogana: per entrare in Svizzera dovrete superarla. In realtà quando siamo passati noi non c’era nessuno a controllare gli ingressi, quindi siamo passati tranquillamente senza mostrare i documenti – tra l’altro per i cittadini dell’Unione Europea è sufficiente la Carta d’Identità, non serve il passaporto. È stato un po’ strano non essere fermati da nessuno, soprattutto in un periodo come quello in cui abbiamo viaggiato, col COVID, in cui in teoria avremmo anche dovuto esibire il Green Pass.

- Per quanto sia una terra bellissima e vada senza dubbio visitata almeno una volta nella vita, non posso non dire che la Svizzera mi è sembrato un paese anti-turisti. Non per i servizi o per le persone, che anzi sono impeccabili, ma per i costi: il costo della vita è altissimo per chi non vive lì e non percepisce i loro incredibili stipendi. Quindi preparatevi perché qualsiasi cosa, dal caffè al bar al trasporto ferroviario costa davvero tantissimo e partirete con la certezza di dover chieder un mutuo per rifarvi delle spese. 😀

Per arrivare al nostro hotel a Gisikon* avevamo pianificato un viaggio di tre ore e mezza, ma non abbiamo tenuto conto del traffico che ci attendeva in prossimità del temutissimo tunnel di San Gottardo, una galleria lunga 17 km nota per i rallentamenti che si creano prima del suo ingresso. È stata la prima volta per noi in una galleria così lunga ed è stato stranissimo. :D Tra l’altro un po’ di ansietta non solo per il percorso in sé, ma anche per il messaggio della Polizia partito a metà galleria in radio (stile info traffico di RTL 102.5...) e la temperatura all’interno del tunnel, dato che ad un certo punto abbiamo raggiunto i 38 gradi!

Ah, un’altra cosa che probabilmente non apprezzerete della Svizzera è la viabilità: i limiti di velocità in autostrada sono assurdi, si passa da 50 a 70 a 130 fino a nessun limite nel giro di pochi km, quindi spesso ci si trova ad inchiodare o a dover accelerare fortissimo per stare al passo della frotta di macchine di fronte a voi. Ok, non che in Italia sia tutto rose e fiori, ma almeno sui limiti non ci possiamo lamentare. :D E poi i semafori: in strada ci sono tanti tantissimi semafori, nei punti più impensabili, che servono a regolare il traffico soprattutto nei tratti potenzialmente più congestionati. Il problema non sono tanto i semafori di per sé, ma la durata del verde, che dura pochissimo e vi fa sentire come se stessi giocando a “1,2,3… stella”. 😂

Finalmente verso l’ora di cena siamo arrivati al nostro hotel, dove abbiamo trovato una stanza con questa bellissima vista fiume:


Essendo un albergo un po’ fuori mano, per non dover riprendere l’auto siamo rimasti a mangiare nel loro piccolo ristorantino. Menù: toast alla francese e spatzle di patate con verdure. :)

*ALLOGGIO: Hotel Garni an der Reuss, Gisikon - 🌟🌟🌟🌟
Hotel nuovo, la nostra stanza era grandissima e aveva una bellissima vista sul fiume. Peccato per la moquette. 😝

GIORNO 4: ESCURSIONE A RIGI FIRST

Alla guida:
> Arth-Goldau → Zugo: 20min circa
> Zugo → Costanza: 2h e mezza circa

Essendo solo una meta di passaggio prima di arrivare a Costanza, ci siamo dovuti un po’ ingegnare su cosa visitare in questa zona vicino alla città di Zugo che conoscevamo poco.

In realtà si è rivelato essere un luogo ricco di sentieri e percorsi immersi nella natura e tra le montagne, dov’è possibile fare escursioni e passeggiate godendosi i bellissimi paesaggi intorno a sé. Documentandoci un po' su Internet abbiamo scelto di fare l'escursione di Rigi First, che come tempistica di percorrenza faceva esattamente al caso nostro.

Per arrivare all'inizio del percorso è consigliato prendere il trenino panoramico che dalla Stazione di Arth-Goldau porta alle varie fermate lungo la camminata di Rigi First. In stazione avrete modo di lasciare l’auto in uno dei vari parcheggi che ci sono nei dintorni. Vi avviso subito: dovrete mettere mani al portafogli perché il biglietto del treno e della funivia che va presa per tornare giù costa circa 55€ a persona. Lo so sembra un furto, ma dopo una giornata in Svizzera vi accorgerete che non è altro che la routine qui!

Purtroppo il fato non è stato dalla nostra parte e come vedrete dalle foto qui sotto ha avuto in serbo per noi una giornata di super nebbia, che un po' ha rovinato la camminata. Non del tutto ovviamente, perché il percorso in trenino è stato bellissimo, si passa letteralmente in mezzo ai boschi andando su tra le montagne. Anche l'escursione è stata molto bella: il sentiero si snoda per 7 km in un sali scendi (non impegnativo) che passa tra prati immensi e tantissime mucche al pascolo. Il punto di partenza è Rigi First mentre l'arrivo è Rigi Scheidegg da dove si può prendere la funivia per tornare alla stazione. In giornate di sole limpide il panorama è stupendo: si cammina infatti per questi sentieri con vista sul Lago di Lucerna che si rivela in tutta la sua bellezza.

Una cosa che troverete sicuramente carina è la presenza di alcuni piccoli “negozietti” su due ruote stile Osteria senz’Oste: i produttori della zona infatti lasciano qui i loro prodotti (latte, miele, formaggi) con su scritto il prezzo, e chi passa può prendere quello che vuole e lasciare l’importo nei salvadanai messi a disposizione. Davvero una bellissima idea che mi è piaciuta molto. 😊


Verso ora di pranzo abbiamo fatto una sosta al Rifugio di Rigi Scheidegg, dove ci siamo (incredibile dirlo!) riparati dal freddo con una cioccolata e un tè caldo. Mentre siete qui non dimenticate di fare una cosa molto turistica, ovvero scattarvi una foto sulla panchina gigante che si trova proprio di fronte al rifugio! 😉


Dopo questa tappa abbiamo preso la funivia per tornare a valle e riprendere il trenino per raggiungere la stazione e la nostra auto. Abbiamo visto che in realtà ci sono sentieri che permettono la discesa, però sono molto ripidi e il percorso sarebbe stato molto lungo, quindi abbiamo preferito rispettare l’itinerario suggerito. Prendere la funivia è stato incredibile, si scende lungo il pendio quasi in verticale e – nebbia permettendo – si può godere di una vista stupenda su tutta la vallata sotto di voi.

Su consiglio della biglietteria della stazione, prima di dirigerci verso Costanza abbiamo deciso di fare una brevissima sosta nella città di Zugo, che a dire la verità… Ci è costata cara. 😁

Non fraintendetemi, Zugo è molto bella, costruita sul lago che porta il suo nome col suo piccolo centro città che si trova praticamente sulla riva del lago, punto di ritrovo di molte persone. Troverete anche una bellissima voliera dove ci sono un sacco di specie di uccelli e qualche piccolo roditore che fanno impazzire bimbi e turisti. Ma mamma mia, non ci si può sedere ad un tavolo, aprire il menù e leggere “5€” per un caffè espresso! Purtroppo abbiamo dovuto fermarci ad un bar per i nostri bisogni fisiologici, ma nel tentativo di prendere la cosa che costasse meno abbiamo comunque speso 14€ per una bottiglietta di acqua frizzante da mezzo e quattro stupidissime patatine che qui in Italia ti lanciano dietro con l’aperitivo… assurdo. -.-

La cosa più assurda però è stato il viaggio in macchina verso Costanza. A quanto pare per poterci arrivare bisogna necessariamente passare per il centro di Zurigo, con il suo traffico, i mille semafori dove il verde dura pochissimo e i macchinoni che si buttano in strada come se non esistesse nessun altro! Lato positivo: per lo meno possiamo dire di aver visto anche Zurigo. 😉

Verso le sei di sera siamo arrivati al nostro hotel a Costanza*, dove abbiamo soggiornato per le ultime due notti del nostro viaggio. Il nostro albergo si trovava in territorio svizzero, quindi per visitare Costanza abbiamo dovuto sempre oltrepassare la dogana. Ma tranquilli perché non c’è nessun controllo e si può passare liberamente da una parte all’altra quindi non è essere assolutamente un disagio.

Per cena siamo usciti a fare un giro di perlustrazione di Costanza e con piacere abbiamo constatato che è pienissima di ristoranti etnici, cosa che adoro perché qui in Italia purtroppo non c’è tutta questa varietà.

Dopo una breve passeggiata nei pressi del porto e della statua di Imperia, per restare in tema abbiamo proseguito la serata all’Imperial 😊 un buonissimo ristorante bangladese-indiano dove abbiamo mangiato tanto e molto bene. La sensazione poi di non essere spennati al momento del conto è stata bellissima – w la Germania! :D

*ALLOGGIO: Hotel Swiss Bellevue, Costanza - 🌟🌟🌟🌟
Ottima posizione, si trova in Svizzera ma a due passi dal Lago di Costanza e per raggiungerlo è sufficiente attraversare il confine a piedi. La nostra camera era grande, con un ampio terrazzo esterno e dotata di un cucinino ottimo se si resta per qualche giorno in più. Ah, se soggiornerete qui dovrete fare il check-in alla cassa del Ristorante Thailandese che c’è sotto, di proprietà dello stesso gestore. 😊

GIORNO 5: BIKE TOUR SUL LAGO DI COSTANZA

Alla guida:
Zero ore. 😊 E’ stato l’unico giorno in cui non abbiamo mai usato la macchina.

Questo quinto giorno di viaggio è stato senza dubbio il mio preferito. Non avevamo pianificato di girare Costanza in bici, ma farlo è stata assolutamente un’esperienza bellissima che consiglio a tutti.

Dopo una colazione alquanto pessima in centro città (aver trovato l’unico bar in cui nessuno parlava inglese non ha aiutato 😅) abbiamo fatto un salto al Tourist Info Point poco distante per chiedere informazioni su cosa valesse la pena visitare di Costanza con un solo giorno a disposizione. La gentile impiegata ci ha fornito una brochure con tutti i luoghi di maggiore interesse della città e ci ha consigliato di verificare se nel rent-a-bike vicino fossero rimaste delle bici per proseguire la nostra visita. Dopo l’esperienza a Como pensavamo fosse impossibile riuscire a trovare un paio di bici libere senza averle prima prenotate, ma invece abbiamo avuto una super botta di fortuna. Il proprietario del negozietto (con un’evidente preferenza per gli italiani 😉) non solo ci ha dato due bici fantastiche, ma ce le ha anche noleggiate ad un prezzaccio: 15€ per entrambe per tenerle dalla mattina fino alle 14.30 del pomeriggio.



Gasatissimi abbiamo iniziato il nostro bike tour sul Lago di Costanza percorrendo la Route 1, una pista ciclabile che si snoda lungo tutta la sponda est del lago. In alcuni tratti si pedala proprio in riva al lago, mentre in alti si passa per ponticelli e per piccoli quartieri interni davvero bellissimi. A me piace tantissimo andare in bici e visitare le città con questo mezzo, ma qui è stato particolarmente piacevole perché le piste ciclabili sono fatte benissimo, non sono in condivisione con i pedoni e sono spesso distanti dalle auto, il che ne rende molto più sicura e “libera” la percorrenza. In più pedalare con la brezza del lago sul viso e certi paesaggi intorno a te rende il tutto ancora più suggestivo.

La Route 1 non passa per il centro città, quindi non vedrete monumenti o simili, si tratta più di un percorso “naturalistico” che porta fino all’ingresso dell’Isola di Mainau, uno dei punti che mi ero segnata di vedere prima della partenza. Mainau viene chiamata l’“Isola dei fiori”, è un puntino di terra a cui si può accedere a piedi ma previo pagamento di un biglietto di 23€. Se avessimo avuto più tempo a disposizione (e fosse costato un po’ meno l’ingresso 😜) sicuramente ci avremmo fatto un pensierino, ma essendo arrivati verso le 12 non avremmo assolutamente avuto tempo sufficiente per visitarla bene, per cui abbiamo deciso di evitare. Abbiamo però fatto il pieno di semini dei fiori che sono stati piantati sull’isola e che potrete acquistare nel Gift Shop che c’è proprio poco prima dell’accesso all’isola.

Dopo la tappa a Mainau siamo tornati indietro passando sempre per la Route 1 e per pranzo ci siamo fermati alla Finca Bonanza, un ristorante spagnolo super carino. Il proprietario è stato gentilissimo e abbiamo mangiato un sacco e molto bene, assaggiando tapas, paella e altri piatti tipici di questa cucina.

Come concordato alle 14.30 abbiamo dovuto restituire a malincuore le bici e abbiamo proseguito con la visita del centro città. Costanza rispecchia senza dubbio lo stile delle città tedesche più tradizionali, con le sue casette a punta marroni, rosse e beige e ospita diversi monumenti storici, anche se devo ammettere che un po’ si perdono nel mezzo della fiumaglia di gente in vacanza. 
Tra i vari edifici è stato toccante vedere l’ex Sinagoga Ebraica, demolita dai nazisti nel 1938 durante la terribile notte dei cristalli, oggi parzialmente ricostruita sottoforma di sala di preghiera e di biblioteca. Non è sempre aperta al pubblico e infatti non abbiamo avuto modo di visitarne l’intero, ma è bastato leggere i nomi di tutte le famiglie sterminate incisi sul monumento commemorativo lì fuori per farci venire la pelle d’oca.

La zona più turistica di Costanza è decisamente quella del porto, dove pullulano locali e ristoranti che si riempiono soprattutto di sera. Proprio qui troverete l’imponente Statua di Imperia, simbolo di questa città e virgola decisamente originale nel carattere tipicamente tedesco di Costanza.

Verso le cinque abbiamo deciso di fare un salto in hotel per recuperare costumi e asciugamani e passare le ultime ore della giornata prima del tramonto proprio in riva al lago. Abbiamo trovato un angolo ideale vicino al Sea Life, sul lungolago erboso dove ci siamo rilassati insieme a delle simpatiche anatre da compagnia. 😁 Qui c’è anche un piccolo lido di ghiaino da dov’è possibile entrare nel lago e (per i più coraggiosi) fare il bagno. Devo dire che è stata una degna conclusione di giornata ed è stato molto bello vedere arrivare il crepuscolo seduti a bordo lago.


Per cena abbiamo deciso di mangiare “tipico” e ci siamo fermati in un pub, il Logan, per prendere degli hamburger. Li abbiamo poi mangiati sulla terrazza della nostra camera d’hotel concludendo così una giornata splendida. 😊

ALLOGGIO: Hotel Swiss Bellevue.

GIORNO 6: RITORNO A CASA CON TAPPA AL LAGO DI RESIA

Alla guida:
> Costanza → Lago di Resia: 4h 30min
> Lago di Resia → Casa – Riese: 5h circa

L’ultimo giorno siamo partiti abbastanza presto perché prima di rientrare volevamo regalarci un’ultima tappa: la visita del campanile di Curon nel Lago di Resia, che era da tantissimo che desideravamo vedere.

Non abbiamo dovuto allungare di molto il percorso, dato che il Lago di Resia è quasi al confine con l’Austria ed era abbastanza di strada.

Del campanile di Curon avevo già visto tantissime foto, ma vederlo dal vivo è davvero una cosa assurda. E’ infatti sommerso nell’acqua ed è l’unica parte ancora visibile della cittadina di Curon che è stata inondata 71 anni fa a seguito della creazione di una diga per la produzione di energia elettrica. Vi rendete conto? Lì sotto si trovano ancora i resti di un intero paese che dall’oggi al domani i suoi abitanti hanno dovuto abbandonare per permettere la realizzazione di questo progetto. Sul sito della regione (suedtirol.info) troverete diverse storie molto toccanti di chi abitava lì da piccolino e ricorda il momento dell’evacuazione e le sensazioni di chi dopo una vita intera passata a Curon ha dovuto lasciarla.


Adesso fa un po’ strano e in un certo qual modo anche tristezza vedere come sia diventato uno spot turistico di prim’ordine, con parcheggio a pagamento lì attaccato e baracchino di street-food.

Capisco comunque il successo turistico di questo posto, è davvero unico nel suo genere e ti lascia stupefatto. In più i colori del lago e le Val Venosta tutta intorno rendono la visita ancora più piacevole.

Il campanile si trova all’interno di un “mini-lago”, staccato dal Lago di Resia vero e proprio da una striscia di terra che lo circonda e che potrete percorrere per vederlo da diverse angolazioni. Nel giro di una ventina di minuti riuscirete a visitare tutto il sito tranquillamente. Se non fosse così lontano da casa vi dirò che non mi dispiacerebbe vederlo anche di inverno – con il lago completamente ghiacciato che quindi permette di arrivare a toccare il campanile (se vi fidate!) – oppure in alcuni periodi dell’anno in cui il livello del lago scende talmente tanto da far emergere anche qualche altro edificio della cittadina di Curon.

Dopo una veloce tappa bagno e cibo, abbiamo salutato il lago di Resia per riprendere la via di casa e portare a termine quello che è stato decisamente il viaggio della speranza. :D In alta stagione il tratto Bolzano-Trento può essere davvero terribile per via del traffico, quindi… avvisati! 😉

Spero che questo post possa avervi ispirato a intraprendere appena possibile un viaggio itinerante come il nostro o che qualcuna delle tappe vi abbia incuriosito. 😊

See you on the next journey!

Commenti

Post più popolari