Montagna for Dummies - parte 1

 Parte 1 

Ho intitolato questo post "MONTAGNA FOR DUMMIES", ma la verità è che la montagna è una cosa seria. Bisogna saperla vivere con la giusta dose di responsabilità e istinto e alla fine...Vi troverete inevitabilmente ad amarla.

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In questo post:
_Escursione alle Tre Cime di Lavaredo
_Escursione da Passo Giau al Nuvolau
_Escursione al lago Coldai
_Escursione da Passo S. Pellegrino alla Forca Rossa

IL MIO AMORE PER LA MONTAGNA 💗

Fino a qualche anno fa la montagna non mi ispirava particolarmente: la fatica, la difficoltà, il meteo incerto che a volte ti porta a partire col sole e arrivare in cima col freddo artico.

Poi però è arrivato il COVID, il lock down e la prima uscita fuori casa che ho fatto è stata alle Tre Cime di Lavaredo: era il primo maggio 2020, non si poteva ancora uscire fuori regione e di gente in giro non ce n'era tanta. Il clima era surreale, sembrava di uscire da una bolla dentro cui per due mesi non si era visto e fatto praticamente nulla... Ma poi eccole lì, le tre sorelle stagliarsi nel mezzo di un paesaggio ancora innevato e addormentato. Lontano da lì c'era stato l'inferno, una pandemia globale che ha ridisegnato gli equilibri del mondo, ma loro sono sempre e comunque rimaste in piedi in tutta la loro bellezza e maestosità.

E dopo qualche camminata in montagna è proprio questa la lezione che impari: il percorso può essere impervio, tosto, a tratti temibile ed imprevedibile, ma quando arrivi in cima il paesaggio è così bello ed intoccabile che ti dimentichi tutto. Intorno a te resta solo il silenzio della natura e il tempo che si ferma per lasciarti prendere fiato e godere il panorama.

Le Tre Cime di Lavaredo 

PICCOLO DISCLAIMER 

Voglio specificarvi che io non sono né una guida, né un'esperta di montagna. Sono solo una persona che nel tempo ha imparato ad apprezzarla e piano piano sta cercando di recuperare gli itinerari persi finora. Vi racconterò i percorsi che mi sono piaciuti di più e che quindi vi suggerisco, con qualche consiglio utile per arrivare organizzati e preparati.

Mi raccomando però: è sempre bene documentarsi il più possibile prima di intraprendere qualsiasi sentiero di montagna e se possibile recarsi con qualcuno che lo ha già fatto prima di voi e che in questo modo potrà indicarvi la strada migliore.

Condivido con voi anche un altro prezioso consiglio che mi è stato dato: in montagna non siate taccagni o parsimoniosi. Portate con voi sempre qualcosa in più piuttosto che in meno, a partire dal cibo fino al vestiario, in modo da poter affrontare qualsiasi imprevisto.

QUALCHE CONSIGLIO 👀

Come vestirsi 👕
Io sono la prima ad avere iniziato a camminare in montagna con l'abbigliamento sbagliato, ma soprattutto con le scarpe sbagliate. E questo, credetemi, fa la differenza. Investite su un buon paio di scarpe da montagna che abbiano un discreto grip e vi calzino bene: questo vi farà sentire centomila volte più sicuri sui sentieri, soprattutto su quelli più impervi e sui tratti in discesa. Da quando ho acquistato le mie Salomon mi sento decisamente un capriolo sulle montagne. :)
Anche il resto dell'abbigliamento è importante perché il tempo in montagna può essere imprevedibile. Anche se partite in agosto, dalla pianura e i suoi 40 gradi, portate comunque con voi felpa e impermeabile perché non potrete mai essere al 100% sicuri del meteo che troverete in quota. Meglio un po' di peso in più sulla schiena che rischiare di ammalarsi perché si è voluto risparmiare spazio nel bagaglio!
A questo proposito, armatevi di un buon zaino perché anche questo può fare la differenza sulla vostra sensazione di benessere: avere uno zaino che non carichi eccessivamente la schiena è fondamentale per non fare troppa fatica ed evitare acciacchi, soprattutto in salita. In commercio ce ne sono moltissimi, anche non troppo costosi, quindi considerate la possibilità di fare questo acquisto. Il mio ad esempio l’ho acquistato ad un prezzo moderato da Decathlon, dove ne troverete di tutti i tipi e dimensioni.

Cosa portare 👜
Innanzitutto, l’acqua. Una cosa che ho imparato in montagna è che l'acqua che si porta non è mai troppa. Ovviamente col tempo capirete da soli di quanta ne avrete bisogno anche in base a quanto tempo trascorrerete in quota; vi consiglio comunque di portarne sempre di più di quanta vi aspettate di berne. Anche perché ricordatevi che la montagna è natura, spesso selvaggia, e non troverete il baretto o il baracchino pronto a riempirvi la borraccia. Non fate affidamento sulle baite perché non potete sapere con certezza dove e quante ne troverete o comunque quando avrete bisogno di bere.
Questo vale anche per il cibo: soprattutto per la salita è importante portare con sé cibi che aiutino a ricevere energia immediata, quindi barrette e/o mix energetici, cioccolato e simili. Anche la frutta è importante, soprattutto in estate quando si rischia di sudare di più e quindi è importante integrare i sali e gli zuccheri persi.
Credetemi, questi non sono consigli da mamma chioccia, ma più quelli di un'amica che ci è passata e che vi può dire che sentirsi svenire a chilometri dall'arrivo non è una cosa piacevole.

Cosa fare prima di partire 🗻
Prima di avventurarvi per qualsiasi percorso, e con qualsiasi persona siate, cercate di documentarvi e di studiare la strada che andrete a percorrere. È importante essere preparati e sapere se si sarà in grado di portare a termine l'itinerario che è stato scelto. Come vi dicevo, la montagna è una cosa seria e se non vi sentite fisicamente (e spesso anche emotivamente) pronti per affrontare certi passi, meglio evitare. Eviterete così rischi inutili sia per voi stessi che per i vostri compagni di viaggio, a cui potreste rovinare l'esperienza perché impegnati a starvi dietro e a sorreggervi. È anche vero – e posso confermarvelo – che spesso si può partire con tutte le buone intenzioni e le informazioni del caso, ma è solamente attraversando il percorso che ci si rende effettivamente conto dei propri limiti. In questo caso quello che vi consiglio è di cercare di non cadere nella trappola della vostra mente, che vi vorrà far bloccare a metà strada urlando "non ce la faccio piùùùù sono stanc*!!". Continuate, nonostante la stanchezza (che la maggior parte delle volte è più mentale che fisica) e cercate di essere propositivi. Così raggiungerete la vetta e potrete finalmente dedicarvi a quella che è in genere la parte più "dolce", ovvero il riposo e la discesa. :)

Prima di procedere con il racconto delle mie avventure in alta quota, aggiungo che la mia esperienza in montagna si limita principalmente alla bella stagione (primavera/estate); non mi sono ancora mai avventurata in autunno/inverno, se non per qualche passeggiata tranquilla in mezzo alla neve, spesso in prossimità di piste da sci. Ho sempre ritenuto la montagna d'inverno come un luogo abbastanza pericoloso; mi piacerebbe viverla anche in queste stagioni più rigide, ma credo sarebbe fondamentale farlo con una guida esperta.

La maggior parte dei percorsi che troverete descritti fanno parte delle catene montuose del Veneto e del Trentino Alto-Adige.

ESCURSIONE ALLE TRE CIME DI LAVAREDO

  • Località: Auronzo di Cadore - provincia di Belluno (e di Bolzano).
  • Sentiero: nr. 101.
  • Ore di percorrenza: 2,5 ore (la sola tratta veneta – le ore vanno raddoppiate per completare il giro ad anello anche nella parte trentina)
  • Altitudine massima: circa 2400m.
  • Periodo di visita: inizio maggio 2020.
  • Livello di difficoltà: basso.

Come vi raccontavo poco fa, le Tre Cime di Lavaredo sono state il mio battesimo di fuoco (anzi di ghiaccio :D) in montagna e devo a loro la mia rinnovata curiosità nel visitare questi splendidi paesaggi. Sono senza dubbio tra le vette più conosciute delle Dolomiti, e la fama è del tutto giustificata.

Il percorso è un sentiero ad anello che si sviluppa intorno a questo gruppo montagnoso e si divide a metà tra il Veneto e il Trentino Alto-Adige. In occasione della mia visita, non ho potuto completare l’anello perché la parte trentina era ancora chiusa per neve, pertanto ho potuto percorrere solo la prima parte, che è tra l’altro la più semplice e da cui vi consiglio di partire se non siete camminatori esperti.

Vista del fianco delle Tre Cime

Ho percorso il sentiero delle Tre Cime a inizio maggio del 2020 con mio marito e sebbene fosse primavera inoltrata, il paesaggio circostante era ancora piuttosto innevato e ghiacciato, tanto che la parte del percorso in terra trentina era ancora chiusa ai visitatori. Da un lato quindi vi consiglierei di spostare il vostro periodo di visita verso inizio d'estate; dall'altro però in periodi ancora così "prematuri" troverete sicuramente meno persone ed eviterete l'effetto "processione" tipico di questo sentiero durante il periodo estivo.
Consultate il sito della regione Veneto e Trentino Alto-Adige per verificare quando il sentiero viene aperto al pubblico – proprio a causa della neve e del ghiaccio infatti il percorso risulta non accessibile per buona parte dell'anno.

Il nostro punto di partenza è stato il Rifugio Auronzo (2320m) che abbiamo raggiunto in auto attraversando una strada privata per la quale è previsto un pedaggio di 30€. Sì avete letto bene, purtroppo se volete arrivare in macchina fino a questo punto non potrete fare altro che pagare questa cifra. In alternativa, soprattutto nei periodi dell'anno più affollati in cui è difficile trovare parcheggio al Rifugio, è possibile lasciare l'auto in parcheggi più a bassa quota (liberi o a pagamento) e arrivare all'Auronzo attraverso il servizio di bus navetta che viene messo a disposizione.

Una volta lasciata l'auto e intrapreso il sentiero 101 la vista davanti a voi sarà magnifica: le Tre Cime vi si staglieranno di fronte in tutta la loro maestosità e vi toglieranno il fiato, soprattutto se sarà la vostra prima visita.
Come vi dicevo questo tratto di strada di per sè non è difficile, si tratta di una mulattiera che si snoda senza troppo dislivello tutto intorno alle tre vette e vi permetterà di vederle da diverse angolazioni. Lungo la mulattiera troverete diverse tappe interessanti in cui potrete fermarvi, come la Chiesetta della Madonna della Croda (dedicata a tutti i caduti in montagna) o vari rifugi come il Lavaredo (2344m) e il Locatelli (2450m). In occasione della nostra visita erano entrambi chiusi causa Covid, quindi ahimé non posso recensirveli a livello di cibo (e bere :D).

Chiesetta della Madonna della Croda

Partendo dal Rifugio Auronzo, avrete sulla vostra sinistra le Tre Cime mentre sulla destra si staglieranno sotto di voi dei bellissimi sali scendi ed altopiani in cui, se sarete fortunati, potrete avvistare anche qualche animaletto come caprioli o marmotte.

Saliscendi ai piedi delle Tre Cime

Il mio punto preferito del percorso comunque è stato questo:

Le mitiche Tre Cime

Qui le Tre Cime si allineano e la vista è davvero mozzafiato. A rendere il tutto ancora più bello saranno i falchetti neri che voleranno intorno a voi e vi faranno sentire completamente immersi nella natura.

Falchetto sopra le Cime

Per tornare alla nostra auto abbiamo ripreso il percorso dell'andata, perché come accennavo all'inizio il giro ad anello non è stato possibile a causa del ghiaccio e della neve.
Spero di riuscire al più presto a tornarci per completare la metà trentina del percorso che ancora mi manca. 😊

ESCURSIONE DA PASSO GIAU AI RIFUGI AVERAU E NUVOLAU

  • Località: San Vito di Cadore - provincia di Belluno.
  • Sentiero: n. 452.
  • Km e ore di percorrenza: 10 km // circa 4 ore.
  • Altitudine massima: 2574m.
  • Dislivello percorso: 400 m circa.
  • Periodo di visita: inizio giugno 2020.
  • Livello di difficoltà: medio-basso.
Dopo il "successo" delle Tre Cime di Lavaredo, abbiamo voluto riprovarci il mese successivo al Passo Giau. Di questo percorso non avevo mai sentito parlare e mi ha piacevolmente stupito, non solo per la varietà del paesaggio ma anche per la bellezza del panorama, che si ha soprattutto una volta arrivati in cima al Rifugio Nuvolau.

Il punto di partenza è stato proprio il Parcheggio Passo Giau nei pressi del Berghotel, dove potrete lasciare la vostra auto. Lo spiazzo non è molto grande, ma ci sono diversi posti macchina anche lungo la strada più avanti. Proseguendo a piedi intraprenderete così il sentiero nr. 452; saprete di trovarvi nella direzione giusta perché davanti a voi si staglierà una delle vette del gruppo montuoso del Nuvolau.

Il punto di partenza dell'escursione, con vista sul Nuvolau 

Come difficoltà il percorso non è molto impegnativo; fino al primo rifugio, l'Averau, c'è una semplice mulattiera che prende via via sempre più pendenza, ma non ha tratti esposti o impossibili. Noi però abbiamo deciso di fare gli impavidi e abbiamo seguito un gruppetto di persone che si è staccato dalla strada principale e ha tagliato passando per un pendio roccioso in cui bisogna praticamente arrampicarsi. Nonostante la paura iniziale alla fine è stato bellissimo, perché arrivati in cima al costone sotto di noi c'era questa vista pazzesca:

Vista da uno dei costoni del Nuvolau 

Proseguendo brevemente siamo arrivati al Rifugio Averau (2413m) dove ci siamo fermati per mangiare il nostro pranzo al sacco. Anche in questo caso il rifugio era chiuso a causa del COVID, quindi non ho nessuna recensione per voi. 😔

Vista del Rifugio Averau dal Nuvolau 

Foto di rito sulle seggiovie (ferme) al Rifugio Averau 

Il tratto che ho trovato più impegnativo è stato quello tra il Rifugio Averau e Nuvolau (2575m). Probabilmente a causa della stanchezza, l'ho percepito come uno strappo un po' tosto (la pendenza si fa sentire), anche se non impossibile. Tra l'altro vi consiglio di fare attenzione perché soprattutto verso fine primavera si possono trovare dei tratti ancora ghiacciati e quindi il rischio di scivolare non manca. La fatica comunque viene decisamente ricompensata dal panorama che c'è tutto intorno: le Tofane, le Cinque Torri e il Falzarego, che dominano la scena. Arrivati al Rifugio Nuvolau abbiamo fatto una breve sosta cibo e foto per poi tornare indietro.


Vista dal Rifugio Nuvolau 

Al ritorno abbiamo ripreso la stessa strada dell'andata, questa volta scendendo solo per la mulattiera, senza prendere scorciatoie. 😊

ESCURSIONE AL RIFUGIO E LAGO COLDAI

  • Località: Val di Zoldo - provincia di Belluno.
  • Sentiero: n. 564 e 556.
  • Km e ore di percorrenza: 11,7 km // 4 ore e mezza (2 ore e mezza circa per l'andata, 1 e mezza per il ritorno).
  • Altitudine massima: circa 2140m.
  • Dislivello percorso: 650 m circa.
  • Periodo di visita: metà agosto 2020.
  • Livello di difficoltà: medio.
Quest'escursione ci è stata consigliata in uno dei modi secondo me migliori quando si parla di passeggiate in alta quota: il passaparola. Eravamo al Passo Giau e come succede spesso in montagna ci siamo trovati a parlare con una coppia di signori più esperta di noi che ci ha consigliato di non perderci il Rifugio e soprattutto il Lago di Coldai, un’altra perla delle Dolomiti. E devo dire che non ci siamo affatto pentiti di aver seguito questo consiglio.

Il punto di partenza di quest'escursione, dove tra l'altro potrete lasciare anche la vostra auto, è il Rifugio Palafavera (1507 m). Qui potrete fermarvi per una breve tappa caffé e pipì prima di mettervi in marcia lungo la mulattiera che passo dopo passo vi porterà in alta quota. Questo primo tratto di strada, il sentiero nr. 564, è decisamente facile, la strada è sterrata ma piuttosto larga e aumenta di dislivello in modo abbastanza dolce. La mulattiera termina all'altezza di Malga Pioda (1816m), dove potrete fare una sosta (attenzione però, non è un rifugio quindi non ci sono servizi) prima di affrontare il tratto più impegnativo di questo percorso.

Con i miei amici abbiamo deciso di avventurarci sul Coldai il giorno di ferragosto del 2020 e, sebbene piuttosto frequentato, il percorso non è stato così affollato come mi aspettavo. Consideriamo però che si trattava pur sempre del 2020. 😉

Da Malga Pioda fino al Rifugio Coldai dovrete cominciare a preparare gambe e fiato, ma la vista intorno a voi compenserà la fatica: da qui infatti si possono vedere alcune delle vette più belle delle Dolomiti, come la Marmolada, le Pale di San Martino e il Monte Pelmo.

Vista del Monte Pelmo

Questo sentiero, che è il nr. 556, aumenta decisamente di dislivello e il percorso si fa un po' più impegnativo. La stradina infatti è piuttosto stretta e in alcuni tratti dovrete aiutarvi con le mani per districarvi tra le rocce. Ma non vi preoccupate, perché è assolutamente fattibile, pensate che con noi c'era anche qualche impavido bambino e alcuni cani che hanno svalicato il versante senza problemi. 😊

Sul sentiero 556

Dopo l'ultimo svalico si arriva quindi al Rifugio Coldai (2132m). Qui potrete rifocillarvi e pranzare, anche se io vi consiglio assolutamente di portarvi il pranzo al sacco e di consumarlo poco più avanti, sulle rive del piccolo Lago Coldai (2143m). Qui il paesaggio è bellissimo, il lago è immerso dentro una valle ai piedi del Monte Civetta e tutto intorno lo proteggono una serie di colline verdi meravigliose. Se potete fate una passeggiata intorno al lago fino alla riva opposta, dove avrete una visuale del tutto inaspettata sul lago di Alleghe.

Il Rifugio Coldai 

Il lago Coldai 

Al ritorno abbiamo percorso sempre la stessa strada e qui fatevi dare un consiglio da una persona che – devo dirlo – è diventata una vera esperta di discese. 😀 Scherzi a parte, quando si va in discesa la prima cosa da fare è lasciarsi andare. Soprattutto le prime volte avrete una paura matta di scivolare, ma non dovrete farvi frenare da questa. Prendete velocità e fatevi letteralmente trascinare dalla forza di gravità. Ovviamente, testa sempre sulle spalle e attenzione a dove mettete i piedi, ma il segreto è questo. Più cercherete di frenare e di andare piano, più il percorso in discesa risulterà difficile. Considerate poi che spesso avrete qualcuno dietro di voi che vi sta aspettando e questo non farà altro che aumentare la pressione su di voi e la paura. Ma voi non curatevi di nulla e pensate solo ad andare avanti come dei caprioli. :) Una premessa doverosa a tutto ciò resta sempre quella di possedere delle scarpe adatte alla montagna, perché avere un buon grip sul terreno è uno degli ingredienti fondamentali per sentirsi sicuri e andare avanti come treni.

ESCURSIONE DAL PASSO SAN PELLEGRINO ALLA FORCA ROSSA

  • Località: provincia di Belluno e di Trento.
  • Sentieri: nr. 607, 693, 694
  • Km e ore di percorrenza: 19 km // circa 6 ore e mezza.
  • Altitudine massima: 2490m.
  • Dislivello percorso: 800 m circa.
  • Periodo di visita: metà luglio 2021.
  • Livello di difficoltà: medio-alto.
Quest'escursione è stata quella che finora mi ha provata ed emozionata di più. Il percorso infatti è stato più lungo e complesso di quello che mi aspettavo, ma nonostante qualche momento di burnout alla fine ce l'ho fatta, sono arrivata alla cima e tornata giù fino al rifugio e alla meritata merenda. Ringrazio gli amici montanari che mi hanno fatto conoscere quest’escursione. 😊

Il punto di partenza è il parcheggio a pagamento di Passo San Pellegrino (costo 6/7€). Da qui si intraprende il sentiero 607, che è una mulattiera molto semplice, poco pendente e molto ampia. Pensate che (purtroppo) ci passano anche delle carrozze che con i cavalli portano i turisti al Rifugio Fuciade, situato in piccolo e curioso borghetto. Proprio qui troverete un sacco di persone, che dopo la breve camminata si fermano a bere e mangiare in mezzo al verde. Il bello però, arriva dopo questa prima tappa.

Sul Sentiero 607

Superate il borghetto e proseguite lungo il sentiero 693; qui il percorso comincia ad essere tosto, la pendenza aumenta, ma vi troverete totalmente immersi nella natura. Il paesaggio intorno a voi partirà essendo dominato da meravigliose vallate verdi e ruscelli, come questa:

Vallate sul sentiero 693

Ruscelli nel verde 

Via via poi diventa sempre più impervio, ci sono alcuni ghiaioni (in questi tratti vi consiglio di fare attenzione perché sono molto scivolosi) e il panorama diventa quasi lunare. Se come noi partirete in una giornata particolarmente nuvolosa, sarete spesso circondati, soprattutto ad alta quota, da una foschia e una nebbia che renderanno il tutto surreale quasi come se foste su un altro pianeta. 

Passaggio su ghiaione


Dopo circa quattro tre ore e mezza/quattro di cammino siamo arrivati in cima alla Forca Rossa (2490m), ma il vento e il freddo (nonostante il periodo dell’anno) ci hanno fatto godere la vetta per poco tempo. Dopo la tipica foto di rito col treppiede:

In cima! 

Abbiamo fatto una tappa cibo e poi siamo ripartiti per tornare giù verso il rifugio. Per il ritorno abbiamo scelto un percorso diverso rispetto all’andata e fidatevi, non dovete perderlo. Il sentiero è il nr. 694 che va seguito sempre fino al rifugio – troverete alcuni bivi ma voi seguite sempre questo. Dopo aver lasciato dietro di noi la luna e i suoi paesaggi, il sentiero 694 si è aperto su delle vallate immense bellissime. A rendere il tutto ancora più magico è stato l’incontro con una mandria di cavalli in libertà:


Cavalli in libertà

Per me è stata la prima volta in cui sono stata così vicina a questi animali, tanto da poterli accarezzare. Erano veramente super mansueti ed è stato un privilegio vivere quest’esperienza. Questi momenti mi fanno sempre emozionare tantissimo perché mi ricordano di quanto gli animali e la natura siano preziosi e vadano protetti ad ogni costo.
Se sarete fortunati, avrete anche la fortuna di vedere (o sentire) qualche simpatica marmotta fare capolino dalle rocce intorno a voi. Quindi… occhi e orecchie all’erta!

Il sentiero 694 termina con un tratto breve ma parecchio ripido, che vi porterà in un baleno al Rifugio Alpina. A questo punto è assolutamente d’obbligo una pausa merenda per rifocillarsi: io mi sono concessa un gigantesco yogurt ai frutti di bosco che mi ha aiutato a proseguire gli ultimi km fino al parcheggio da cui siamo ripartiti.

***

Ed è così che chiudo il primo capitolo di questa mia storia d'amore con la montagna, un luogo unico, che raccoglie nella sua essenza delle lezioni di vita che mi hanno davvero aiutato tanto in questi ultimi anni così impegnativi. 
Grazie alla montagna ti rendi conto che proprio lì, dove sembra mancarti il fiato, all'improvviso trovi l'aria migliore che potresti respirare. 

Spero che questo post vi abbia incuriosito ed ispirato a conoscere un po' di montagna!
See you on my next journey 😊

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